L’amore impossibile supera le barriere, e abbraccia il diverso riscrivendo le regole della quotidianità. Bisogna cogliere ogni attimo, prima che fugga nel vento. La felicità è un sistema complesso, a volte indecifrabile. La cecità è un handicap, ma non una condanna. Si può continuare a vivere anche senza distinguere il blu dal rosso, il mare da una montagna. Ne Il colore nascosto delle cose vince il coraggio di un cinema che va oltre le apparenze, che sceglie di raccontare una favola nella tempesta di ogni giorno.

 

Il regista Silvio Soldini torna a occuparsi dei non vedenti dopo il documentario Per altri occhi. Con una sottile ironia scandisce la routine dei suoi protagonisti, e gira un film dal respiro europeo, più vicino alla Francia che all’Italia. Soldini mantiene la sua vena tragicomica e narra una storia tenera, profonda, che riesce a emozionare col suo stile sobrio. Non ci sono musiche improvvise e la macchina da presa evita i movimenti azzardati. Il colore nascosto delle cose segue una struttura lineare, senza sorprese, ma riesce comunque a coinvolgere. Forse avrebbe dovuto osare in po’ di più, evitando un finale molto classico. Ma il cuore batte lo stesso, forte.

Teo è un uomo pavido. È abituato a scappare dalle sue responsabilità e dai sentimenti. Lavora in un’agenzia pubblicitaria, è un creativo, un’artista, e passa dagli spot delle macchine a quelli delle luci a Led. Frequenta due donne diverse e non affronta il passato. Quando la madre lo chiama per un lutto in famiglia, lui si rifiuta di andare al funerale. Si inventa sempre qualche scusa, fino a quando conosce Emma, un’osteopata che cammina col bastone bianco. Un appuntamento al buio scatena la curiosità di Teo, che inizia a corteggiarla.

Lei non vuole rinchiudersi nella sua incapacità di distinguere uno scalino da un marciapiede, Emma “vede” con le mani, con il tatto, con i suoni che la circondano. L’apparire non determina le sue giornate, perché scava a fondo nell’essenza delle cose. Aiuta un’altra ragazza ipovedente, insegnandole il francese e spronandola ad andare avanti, nonostante i suoi problemi. A diciotto anni la ribellione interiore non accetta le disuguaglianze. “Tutti i ciechi finiscono col diventare centralinisti. Non voglio più andare a scuola”, grida la liceale arrabbiata. Ma Emma, nella sua fragilità, può alleviare ogni pena, perché non ha ancora perso la speranza nel nostro mondo.

Il colore nascosto delle cose ha un’anima onirica: a Emma sembra un sogno che un donnaiolo come Teo possa interessarsi a lei. Dopo il divorzio e la solitudine, il sole torna a splendere. Sembra di rivedere il Bruno Ganz di Pane e tulipani, un uomo ombroso sull’orlo del suicidio, prima che un tornado in gonnella porti lo scompiglio nella sua esistenza. Gli antieroi di Silvio Soldini respirano, pulsano di vita e riescono a non affogare. I sogni si avverano, qualche volta, e il buio può splendere se lo sguardo di chi ti sta vicino trasuda ancora passione.