Ha chiuso il giapponese Chasuke’s Journey del regista Sabu l’ultima giornata di concorso della 65ma Berlinale.

Il titolo del film poteva tranquillamente essere "Il Cielo Sopra Okinawa", si tratta infatti della quasi rivisitazione del Cielo Sopra Berlino di Wim Wenders. Chi scrive la sceneggiatura della nostra vita? Una cosa è certa: in cielo c’è il caos, almeno dalla morte della bella Yuri, (Ito Ohno) deceduta in un incidente automobilistico a Okinawa. L’ex gangster della Yakuza, Chasuke, condannato per l’eternità a servire il tè in cielo per espiare una vita di peccato, fatica ad accettare la morte prematura della ragazza. La fine di Yuri, così come è stata scritta dagli instancabili autori di biografie umane su incarico divino, non va, e Chasuke deve tornare sulla terra per una missione: fare di tutto per cambiare il destino della ragazza, e salvarla. Inizia così una guerra di responsabilità e competenze tra Terra e Cielo.

Il cinema di Hiroyuki Tanaka (si fa chiamare Sabu da quando è passato alla regia, prima era attore) gira sempre intorno all’insolubile domanda sul senso della vita, del destino. È il caso o un disegno a guidarci a questo mondo? Dal suo debutto D.A.N.G.A.N. Runner (1996) Sabu sperimenta con i generi: melodramma, thriller, grottesco, satira, intattenimento assoluto e sincera riflessione. Chasuke cammina per le strade di Okinawa con un paio d’ali bianche proprio come quelle che aveva Bruno Ganz nel Cielo di Wenders. Ma anche lui viene presto riconosciuto come angelo ed ecco che si formano le file di bisognosi, sfortunati, ammalati, a chiedere aiuto. Ma può Chasuke fare il lavoro degli autori di biografie celesti? Naturalmente no. Sabu gioca con la camera e visualizza il folle procedere della vita terrena tra immagini al rallentatore, e riprese scatenate. La vita è una teatro colorato e instancabile, una fuga continua dalla realtà nel tentativo vano di cancellare la morte. Sabu al Festival di Berlino è già stato ospite delle sezioni Panorama e Forum, mai al Concorso. A pensarci bene non c’è solo Wim Wenders nel suo nuovo e bel lavoro, ma anche il filosofo francese Denis Diderot. Il suo romanzo Jacques il fatalista (1776) comincia proprio come il viaggio di Chasuke.