Omicida prossimo alla pena capitale, Callum Lynch viene segretamente salvato dalla Abstergo Industries, multinazionale scientifica nonché copertura moderna del misterioso Ordine dei Templari. Attraverso l'Animus, macchinario capace di riportare in superficie le memorie genetiche e di far rivivere i ricordi di antichi antenati, Lynch scopre di discendere da un membro dell'Ordine degli Assassini, Aguilar de Nertha, vissuto nella Spagna del XV secolo, durante il periodo buio dell'Inquisizione. La sua missione era quella di proteggere la Mela dell'Eden, depositaria del primo seme della disobbedienza umana, strumento attraverso il quale i Templari avrebbero definitivamente controllato il libero arbitrio dell'intera umanità. Rivivendo le memorie di Aguilar, Callum Lynch farà sue le abilità necessarie per continuare a tenere testa ai Templari, da sempre nemici degli Assassini, ancora in cerca della preziosa mela.

"Quando gli altri seguono ciecamente la verità, ricorda: nulla è reale. Quando gli altri si piegano alla morale e alle leggi, ricorda: tutto è lecito. Agiamo nell'ombra per servire la luce. Siamo Assassini. Nulla è reale, tutto è lecito".

È tra i titoli più attesi del nuovo anno, Assassin's Creed (in Italia dal 4 gennaio, negli States uscito ieri, 21 dicembre), prima trasposizione cinematografica della serie videoludica forse più celebre al mondo. Prodotto e interpretato da Michael Fassbender, diretto da Justin Kurzel e supervisionato dalla stessa Ubisoft, l'azienda francese che ha sviluppato il franchise del videogioco, il film mantiene inalterata la struttura transtemporale che, da sempre, ha contraddistinto le dinamiche dell'action/adventure, spostandosi però nell'inedita cornice storica della Spagna del XV secolo.

Certo, entrare nel meccanismo di sdoppiamento (del personaggio e del periodo storico) richiede, almeno alle prime, più di qualche sforzo dal punto di vista della sospensione dell'incredulità. Ma è un espediente necessario per rafforzare, anche sul grande schermo, quella sorta di immersione metavirtuale che ci costringe ad essere, simultaneamente, spettatori e player, finendo per creare una sorta di ibrido che il 3D dovrebbe ulteriormente amplificare (diciamo "dovrebbe" perché, e francamente non riusciamo a comprenderne il motivo, il film ci è stato fatto vedere dalla 20th Century Fox in 2D...).

Accattivante per quello che riguarda la ricostruzione scenografica relativa ai fatti di oltre cinquecento fa, Assassin’s Creed sfrutta bene le suggestioni di una fotografia polverosa, dove le luci naturali riescono a dare il giusto risalto ad ottime coreografie di combattimenti e inseguimenti, alternando il buio, la cupezza, l’apparente asetticità e l’ambiguità presenti all’interno dell’enorme struttura in cui – oggi – Lynch riporta in vita quelle storie. Nell'insieme, dunque, anche grazie alle interpretazioni di Marion Cotillard e Jeremy Irons, Charlotte Rampling e Brendan Gleeson, il film riesce nell'intento di coniugare spettacolarità e intrattenimento di buon livello. Al netto di alcune, inevitabili, esagerazioni e aprendosi, ovviamente, all'inizio di un nuovo franchise cinematografico. Ma l'ultima parola, come sempre quando si tratta di operazioni di questo tipo, spetta ora ai milioni di fan della saga sparsi sul pianeta.