Non ha l'aspetto di un film 'mainstream' Abandon: misteriosi omicidi, produzione senza attori di gran fama che, a prima vista, si potrebbe scambiare sia per una commedia di college, sia per uno dei tanti horror con protagonisti-vittime teenager affettati per i corridoi dell'università. Dietro, però, c'è la mano di un bravo sceneggiatore (che con l'occasione debutta nella regia) come Stephen Gaghan, premiato con l'Oscar per la screenplay di Traffic, e il film finisce col dare più di quanto prometta. Katie, una prima della classe bellina e intelligente amata dai compagni di college quanto dai cercatori di talenti delle compagnie d'affari, si trova alla prima svolta della propria vita: sta per laurearsi ed è in procinto di sostenere un colloquio per un appetibilissimo posto di lavoro. Il mystery, però, entra in università col detective Wade Handler, incaricato d'indagare sulla scomparsa dello studente Embry. Bello della facoltà, dandy ricco e arrogante conteso dalle ragazze, Embry ha avuto una relazione con Katie che, innamoratissima di lui, non riesce a riprendersi dall'abbandono. Lo spettatore è messo al corrente degli eventi tramite le visioni soggettive, in flashback, della fanciulla, che ricorda gli episodi della love-story col biondino ma non soltanto: vi alterna brevi scene di memoria relative all'abbandono del padre, che ha lasciato la famiglia quando lei era piccola. Qui lo spettatore di psycho-thriller comincia a mangiare la foglia; ma continua a seguire il film con un certo interesse, man mano che l'intrigo si dipana. Katie si sente attratta dal detective, poliziotto per caso ancora turbato dalle proprie frequentazioni con la droga; intanto i sentimenti e le sensazioni della ragazza si sdoppiano, rese ancora più elettriche dallo stress dello studio e del colloquio di lavoro. L'epilogo abdica ulteriormente alla linearità della narrazione, sovrapponendo due diversi piani temporali in una sequenza notturna e sotterranea che bisogna seguire con le antenne ben ritte. Resta ancora il tempo per un finale 'aperto', da cui spunta la malizia del Gaghan sceneggiatore. Senza essere quel che si dice una scoperta, Abandon: misteriosi omicidi è un film scritto con perizia, ambientato in un'università vittoriana inquietante e un po' lugubre, che dura il tempo giusto per evitare noia e ridondanze. Nella scelta del cast la meno convincente è Katie Holmes, eroina di lungo corso della serie Dawson's Creek alla sua prima parte da protagonista per il grande schermo: si concede troppe mossette e inclina già al manierismo. Ha il physique-du-rôle Benjamin Bratt, poliziotto duro dagli occhi dolci perseguitato da personali fantasmi.