Il good american del titolo è Bill Binney, per anni direttore tecnico della National Security Agency statunitense e geniale inventore di sistemi di decrittazione e raccolta dati. Tra i creatori del software ThinThread che, se adottato, avrebbe forse prevenuto l’11 settembre, Binney offre la propria biografia e la propria esperienza alla telecamera del regista austriaco Friedrich Moser, per raccontare una storia di quotidiani complotti, intelligence e miserie umane.

Oltre le specifiche contingenze storiche ricostruite peraltro con precisione, il tema capitale è sempre quello: il ruolo tentacolare giocato dalla tecnologica informatica nell’ambito della sorveglianza globale, celato spesso dietro la scusa della lotta al terrorismo. Com’è facile intuire, i punti di contatto di questo densissimo docu-thriller (per una volta la definizione è perfettamente calzante) con la vicenda bio e cinematografica di Edward Snowden sono molteplici, così come affine è il destino di emarginazione riservato ai due whistleblower americani. A perenne monito che il potere è un affare sporco (ma va?) e che delle istituzioni è sempre meglio diffidare. A ogni modo, imperdibile per gli appassionati di segreti di Stato.