Song of Silence

Yang Mei Zhou

3/5
CINA 2012
Jing è un'adolescente sordomuta che vive in un villaggio di pescatori con il nonno e lo zio, perché non vuole abitare in casa di sua madre, cui è stata affidata dopo il divorzio dal padre. La ragazza trascura gli studi e cerca costantemente rifugio dal giovane zio, l'unica persona che la fa sentire amata, ma quando il loro rapporto finisce per oltrepassare i limiti della moralità, Jing è costretta a trasferirsi in città dal padre, dove si troverà a condividere la nuova casa con Mei, l'amante del genitore. Sulle prime, il rapporto tra due donne così diverse sarà contraddistinto da ostilità e diffidenza ma, con il passare del tempo, entrambe impareranno a comprendersi e a essere solidali l'una con l'altra. Tratto da una storia vera.
SCHEDA FILM

Regia: Chen Zhuo

Attori: Li Qiang - Haoyang, Yin Yaning - Jing Xiao, Wu Bingbin - Mei Xiao, Yu Xuan

Sceneggiatura: Chen Haoyang, Chen Zhuo, Sung Yankui

Fotografia: Shi Yue

Musiche: Jiang Anqing

Montaggio: Chen Zhuo

Durata: 114

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: BEIJING TIGER ENTERTAINMENT & MEDIA, HARVEST FILMS

Distribuzione: DISTRIBUZIONE INDIPENDENTE (2014)

Data uscita: 2014-05-29

TRAILER
CRITICA
"La Cina come non la immaginate, quella che ha svenduto ideali e si crogiola nei modelli affettivi occidentali: in silenzio e crisi piccolo borghese, Antonioni batte un colpo spesso e il regista dà l'impressione di conoscere bene i temi e i suoi contesti. Momenti di intensità e brutalità, soprattutto di natura edipico-alcolica, si alternano in una storia melò vera dalle molte scene madri dove l'autore sceglie il potere del grigio. Un bellissimo finale in attesa, quasi da cinema di Taiwan." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 29 maggio 2014)

"Censurato in Cina, 'Song of Silence' è un film capace di parlare al pubblico oltre i confini del suo Paese. L'esordiente Chen Zhuo osserva il mondo con occhi diversi dagli altri registi della scuola di Pechino nel raccontare le storie incrociate di Jing, giovanissima sordomuta infantile e aggressiva della provincia di Hunan, e di Mei, ragazza dalle molte esperienze con aspirazioni da rockstar, che aspetta un bambino dal padre dell'altra. (...) Pur contenendo temi delicati per eccellenza (incesto, aborto...), il film è personale, poetico, arricchito di simbolismi non invasivi, come è del vero cinema d'autore (vedi il gioco con le costruzioni di legno, metafora della fragilità della famigliastra appena costituita ). La cosa più suggestiva è l'attenzione per l'elemento sonoro. Tutto il film è traversato da musica e canzoni, a sottolineare l'isolamento (che percepisci anche dall'inquadratura) cui Jing condannata dal suo handicap." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 29 maggio 2014)

"Essere adolescenti e sordomuti nella Cina contemporanea. Se poi si è femmine e figlie di genitori separati con uno zio giovane 'che ci prova' le cose si complicano. È questa la storia di Jing, ragazzina vivacissima e allergica alle regole. (...) Struggente e imperfetto esordio, rivela parecchio delle contraddizioni del più popoloso Stato del mondo, e lo fa tenendo salda la macchina da presa alla sua protagonista Jing, interpretata dalla brava debuttante Yin Yaning, che è riuscita a restituire la sensibilità non facile di un personaggio sordomuto con grande efficacia. Vincitore di vari premi a livello internazionale." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 29 maggio 2014)

"Non è molto frequente che un film cinese esca in Italia, al di fuori dei polizieschi di Hong Kong e dei kolossal di cappa e spada diretti da registi un tempo «alternativi» come Zhang Yimou e Chen Kaige. Ancora più raro che un esordio cinese come 'Song of Silence' si riveli prodotto da un italiano, Gianluigi Perrone, che dopo aver realizzato alcuni lavori in Italia ha compiuto nel 2012 la coraggiosa scelta di trasferirsi in Cina per lavorare in quel mercato. Che attualmente è uno dei più fiorenti e aggressivi del mondo, come ha dimostrato anche il (...) festival di Cannes (...). 'Song of Silence' rientra in un filone ormai consolidato, quello dei drammi contemporanei che raccontano una Cina socialista nelle strutture politiche ma capitalista nei sogni, nei comportamenti, nell'anima. (...) Il tema vero del film è la mancanza di valori in cui crescono i ragazzi cinesi di oggi: quasi un documentario, di grande durezza." ('L'Unità', 29 maggio 2014)