Frozen - Il regno di ghiaccio

Frozen

3/5
Disney a Natale va sul sicuro e punta su una classica storia di principesse, in un'incantevole cornice di ghiacci e neve

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USA 2013
L'impavida e ottimista Anna, insieme al robusto montanaro Kristoff e alla fedele renna Sven, affronterà un epico viaggio per trovare la sorella Elsa, che con i suoi poteri ha intrappolato il regno di Arendelle in un gelido ed eterno inverno. Lungo il tragitto, il gruppo incontrerà figure mitiche come i troll e il buffo pupazzo di neve Olaf, lottando contro il tempo e le estreme condizioni atmosferiche per salvare il regno.
SCHEDA FILM

Regia: Chris Buck, Jennifer Lee (IV)

Soggetto: Hans Christian Andersen - favola

Sceneggiatura: Jennifer Lee (IV), Shane Morris

Musiche: Christophe Beck, Robert Lopez - canzoni, Kristen Anderson-Lopez - canzoni

Durata: 100

Colore: C

Genere: ANIMAZIONE

Tratto da: favola "La regina delle nevi" (1844) di Hans Christian Andersen

Produzione: PETER DEL VECHO, JOHN LASSETER PER WALT DISNEY ANIMATION STUDIOS, WALT DISNEY PICTURES

Distribuzione: THE WALT DISNEY COMPANY ITALIA

Data uscita: 2013-12-19

TRAILER
NOTE
- PRODUTTORE ESECUTIVO: JOHN LASSETER.

- VOCI DELLA VERSIONE ORIGINALE: KRISTEN BELL (ANNA), ALAN TUDYK (DUCA DI WESELTON), IDINA MENZEL (ELSA, REGINA DELLE NEVI), JOSH GAD (OLAF), JONATHAN GROFF (KRISTOFF), LIVVY STUBENRAUCH (ANNA GIOVANE), EVA BELLA (ELSA GIOVANE), SANTINO FONTANA (HANS).

- VOCI DELLA VERSIONE ITALIANA: ANNA (SERENA ROSSI), ELSA (SERENA AUTIERI), OLAF (ENRICO BRIGNANO).

- AL FILM E' ABBINATO IL CORTOMETRAGGIO "GET A HORSE!" (2013) DI LAUREN MACMULLAN.

- GOLDEN GLOBE 2014 COME MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE. ERA CANDIDATO ANCHE PER LA MIGLIOR CANZONE ORIGINALE ("LET IT GO").

- OSCAR 2014 COME MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE E PER LA MIGLIOR CANZONE ORIGINALE ("LET IT GO").
CRITICA
"Dopo il flop di 'Planes', la Pixar si traveste da Disney e si ricicla con un cartoon musical deliziosamente vecchio stile, ispirato alla favola di Andersen. In 3D e con ipnotici effetti on the rocks da raffreddore, la storia della regina delle nevi, che lascia il ghiaccio dietro sé, intrappolando il regno in un inverno senza fine, e della sorella che stana l'incantesimo, diventa fiaba di leggiadro anacronistico fascino." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 19 dicembre 2013)

"C'è un rinnovamento tutto femminile nel mondo dell'animazione. C'era già stata una donna regista di un film di una grande casa di produzione statunitense: Jennifer Yuh ha diretto 'Kung Fu Panda 2' (della Dreamworks), uscito due anni fa. Ora c'è un'altra Jennifer, Jennifer Lee. È lei che ha scritto la sceneggiatura e diretto (insieme al veterano Chris Buck) il nuovo film della Disney, ispirato molto liberamente alla favola 'La regina delle nevi' di Hans Christian Andersen. È la prima volta di una donna in casa Disney, almeno per quanto riguarda i lungometraggi. (...) Sono cambiati i personaggi, si sono arricchite le loro psicologie, e così anche le fiabe non sono trattate più come una volta. La buona Biancaneve era stata plasmata da Disney in persona, e poi sviluppata con l'aiuto di tutti gli uomini del suo staff. Qui alla base di tutto c'è la sceneggiatura di Jennifer Lee, dopo tanti ripensamenti sul progetto. E visto che Jennifer è donna, il primo cambiamento rispetto ad Andersen è che i protagonisti non sono un maschio e una femmina, ma due femmine, due sorelle: Elsa e Anna. (...) Che cosa c'è qui di vecchio e di nuovo? D i vecchio la presenza di tante canzoni che non solo interrompono l'azione con melodie di facile ascolto ma anche la verosimiglianza delle situazioni (perché mai un personaggio disperato dovrebbe mettersi a cantare?). Insomma, la solita storia. Di nuovo c'è che Anna, la protagonista, non è solo buona: è anche grintosa, spiritosa, sa prendere in mano una situazione drammatica con coraggio, personalità, crescente saggezza e molta autoironia. Non a caso una delle morali del film è: meglio non fermarsi al primo colpo di fulmine." (Luca Raffaelli, 'la Repubblica', 19 dicembre 2013)

"'Frozen', il cartoon campione d'incassi dell'autunno (sta dando filo da torcere persino ad 'Hunger Games') non è solo un grande ritorno di forma dell'animazione made in Disney, è addirittura benedetto dello stesso Walt e dal suo personaggio preferito. (...) un sapiente cocktail di 'Disney magic' vecchio stampo (quella delle principesse, delle palette di colori raffinatissimi, delle coreografie e delle scene influenzati da Broadway, dei personaggi secondari molto curati...), con in più un tocco di Pixar (si sentiva già in 'Wreck it Ralph'), il computer (la Disney ha sospeso, almeno per ora, la produzione di animazione disegnata a mano) e una strizzata d'occhio ai supereoi che vanno tanto tra i teen ager al cinema. Il risultato? Il più grande successo di box office dai tempi del 'Re Leone', favore pressoché unanime della critica e (cosa rarissima di questi tempi) intere platee di bambini zitti, inchiodati allo schermo, che rinunciano, durante il film, ai messaggini e all'ormai abituale andirivieni dalla sala. Molto liberamente adattato dal racconto di Hans Christian Andersen 'La regina delle nevi', diretto dal veterano Disney Chris Buck e da Jennifer Lee (anche sceneggiatrice e la prima regista donna di un lungometraggio animato Disney), 'Frozen' è la storia di due sorelle principesse, Elsa e Anna. (...) Il numero musicale, 'In Summer', è uno dei più divertenti del film. Il primo cartoon Disney in Cinemascope dei tempi di 'La bella addormentata nel bosco', 'Frozen' ha una ricerca sulla luce, sui colori e sui paesaggi che recenti lungometraggi animati dello Studio, come 'Tangled', non avevano. È come se si sentissero il caldo e il freddo in sala - e quando un personaggio trasformato in ghiaccio esala l'ultimo respiro, quel piccolo sbuffo bianco che gli esce dalla bocca è «la» vita. Assente invece l'ironia autoreferenziale che, sempre più spesso, attraversa l'animazione digitale. Prova che, con 'Frozen', alla Disney, sapevano di aver in mano un trionfo." (Giulia D'Agnolo Vallan, 'Il Manifesto', 19 dicembre 2013)

"La Disney torna al classico e fa pieno centro con 'Frozen', fiaba musicale che, come 'Il re Leone', sembra concepita per finire un giorno o l'altro a Broadway. L'ispirazione viene da 'La regina delle nevi', ma di Andersen è rimasto solo lo spunto: per il resto la storia è reinventata - attualizzando il personaggio usurato della principessa al gusto delle bimbe di oggi - da Jennifer Lee, la sceneggiatrice di 'Ralph Spaccatutto', che cofirma la regia con Chris Buck. Comunque, le principesse sono due: dotata di un potere sulla neve che non sempre è in grado di controllare, Elsa si è autoesiliata in vetta a una montagna dopo aver involontariamente fatto calare un inverno eterno su Arendelle, il suo reame; non rassegnata, la sorella più giovane Anna va a cercarla per riportare calore e gioia nel regno. L'aiutano nell'impresa il biondo ragazzo dei boschi Kristoff, la sua renna Sven e l'omino di neve Olaf; che (nonostante sia un controsenso) adora l'estate e farà la gioia dei più piccini; mentre i più grandi resteranno intrigati dalla suggestiva ambientazione nordica e dall'ambivalenza di più di un personaggio, a partire da Elsa, artistica creatrice di ghiaccio e insieme tormentata vittima del suo stesso potere." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 19 dicembre 2013)

"Piacerà a chi da quando era poppante non manca mai a un appuntamento col Disney natalizio. Questo è ad alto livello. Immagini splendide, frequenti puntate umoristiche (assenti nella fiaba di Andersen che ha fornito lo spunto). E persino un'inquietante seconda lettura (l'odio-amore tra le due sorelle)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 19 dicembre 2013)

"A Natale, ecco un'altra principessa Disney come protagonista, ispirata a 'La regina delle nevi' di Andersen. Anna e Elsa, di sangue reale, sono rimaste orfane e, a causa di un terribile segreto, anche distaccate. Quando il loro regno verrà sommerso dal ghiaccio, dovranno aiutarsi reciprocamente. Tante (troppe) canzoni, buoni sentimenti (è un trattato su come vincere la paura del diverso), belle ricostruzioni. Però, troppo pensato per un pubblico femminile." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 19 dicembre 2013)

"Avviso ai naviganti, ovvero agli spettatori adulti e piccini: dimenticatevi di Andersen e della sua favola. La fattoria Walt Disney ha soltanto sfogliato le pagine per trarne cirri di ispirazione. Il resto, nel bene e nel male, appartiene alla casa madre di Topolino. Che dopo aver sperimentato, innovato e battuto strade nuove ha deciso di incrociare il classico con il moderno, un avvincente modulo 3D con la tradizione di quel musical che ha sempre voluto portare sullo schermo l'aria, il tempo e i tempi di Broadway. Così 'Frozen - Il regno del ghiaccio', da oggi nelle sale, ha un'animazione che si agita e che vocalizza in uno scenario incantato e da brividi (non solo meteorologici). Certo, l'ambientazione guarda alla Danimarca, ma lo spirito è molto americano nell'elaborazione di un viaggio che si trasforma in avventura iniziatica con, a sua volta, la formazione pronta a lasciarsi travolgere dall'amore e dal valore fondante della famiglia. (...) 'Frozen' non sarà probabilmente uno dei titoli della pregiata e premiata ditta da inseguire in capo al mondo, ma la sua svelta e ritmata scansione, tra visioni e ascolto, ha momenti di fascino vero e di sincera forza rappresentativa persino con dotte citazioni tratte da quell'arte pittorica che i 'cartoni' guardano con la dovuta soggezione e suggestione. Il repertorio delle canzoni ha in 'Let it go' ('All'alba sorgerò') il motivo dell'acuto, così come la comicità e il tocco di buon umore è affidato a due forme antropomorfe: l'animale che non può che essere una renna e precisamente Sven con il cuore l'istinto egli affetti di un labrador ma che per il suo adorato padrone, Kristoff ha pure la funzione di pungolo e guida spirituale; mentre l'immaginazione al potere, magari con un occhio allo spaventapasseri di 'Oz', cesella Olaf, un pupazzo di neve, tenerone, pasticcione, con un naso di carota e dal sogno irrealizzabile di vivere e di godere del caldo. Il lato oscuro della forza, dunque il mostro, è Marshmallow, un gigantesco orcaccio di ghiaccio che bisognerà necessariamente affrontare per poter arrivare ad Elsa e liberarla dalla sue catene invisibili e a bassissima temperatura. I personaggi abbandono anche con la giocosità del doppio così che a Kristoff, il rude eroe, si accompagna un principe azzurro per lombi e sangue, Hans, che arriva dal Sud e saprà bene a chi indirizzare il suo elegante sfoggio di galanterie; l'elfo Pappie, folletto dei folletti, Oaken titolare di uno spaccio e l'avido e infido Duca di Weselton che bada al sodo delle monete coniate in oro. E' Disney allo stato puro con in regia, a fianco di Chris Buck, Jennifer Lee, prima firma femminile per gli studios del mitico Walt. Il sapore della fiaba va di concerto con la colonna sonora, con le coreografie, con la voglia di stupire nell'immergersi in una landa che fa sembrare una sauna la più affidabile delle celle frigorifero. Ma di raggelato non c'è certamente lo spirito di uno show che insiste a lavorare sulla fantasia, sulla brillantezza dei costumi, sulla malia delle ugole e, certamente non ultimo, sulle creature che innescano il riso, il divertimento e la comicità, lasciando il fazzoletto in tasca alla platea. Si può anche essere ormai abituati ad un'animazione più sofisticata e piccata d'argomenti, ma 'Frozen' non fa mai battere i denti dalla noia." (Natalino Bruzzone, 'Il Secolo XIX', 19 dicembre 2013)

"Natale Disney, lontano dai barbosi Santa Claus, vicino al mondo più fantasioso di sirenette, animaletti sorprendenti e stelle filanti di fatine nei cieli. Il tema però è serioso (pur non 'palloso'): l'affetto famigliare tradito dal bisogno di potere ('Cenerentola'), da una delle fiabe più complesse del mai esauribile Andersen. Spettacolare, ben sviluppato, il contesto scenografico nordico. Cuore di ghiaccio, si dice. Di cuore ne ha tanto Anna, che vuole salvare la sorella regina (e il regno) da se stessa, vittima di (auto)distruttività quando esagera con i super poteri. Di ghiaccio è diventato l'inverno perenne a causa di un incantesimo che un viaggio iniziatico deve rompere. Il freddo nel cuore, da sciogliere con l'amore, è più di una metafora... Si sente la mano femminile in sceneggiatura e regia." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 27 dicembre 2013)