Passione sinistra

1/5
Il qualunquismo sentimental-politico abita qui. Il ritorno sottotono di Marco Ponti, nove anni dopo A/R Andata + Ritorno

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ITALIA 2013
Nina - idealista, integralista e decisamente di sinistra - è cresciuta a pane e politica e crede in quello che fa, convinta che si possa lottare per un mondo migliore. Nina vive con Bernardo, un aspirante scrittore destinato a fare la giovane promessa per tutta la vita, ma un giorno incontra Giulio, arrogante erede di una famiglia di industriali, indiscutibilmente di destra e fidanzato con Simonetta, una simpatica bionda tutt'altro che intellettuale: i due non potrebbero essere più diversi l'uno dall'altra, eppure il confine fra odio e amore si farà sempre più labile mettendo in crisi la solidità delle loro relazioni...
SCHEDA FILM

Regia: Marco Ponti

Attori: Valentina Lodovini - Nina, Alessandro Preziosi - Giulio, Vinicio Marchioni - Bernardo, Eva Riccobono - Simonetta, Geppi Cucciari - Martina, Jurij Ferrini - Serge, Glen Blackhall - Andrea Splendore

Soggetto: Chiara Gamberale - romanzo, Marco Ponti, Elisa Amoruso, Francesca Manieri

Sceneggiatura: Marco Ponti

Fotografia: Vladan Radovic

Musiche: Gigi Meroni

Montaggio: Clelio Benevento

Scenografia: Patrizia Alfonsi

Costumi: Massimo Cantini Parrini

Suono: Angelo Bonanni

Durata: 90

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Tratto da: liberamente tratto dal romanzo "Una passione sinistra" di Chiara Gamberale (ed. Bompiani)

Produzione: DONATELLA BOTTI PER BIANCA FILM, IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION

Data uscita: 2013-04-18

TRAILER
NOTE
- EVA RICCOBONO É STATA CANDIDATA AL NASTRO D'ARGENTO 2013 COME MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA.
CRITICA
"La canzone di Gaber sui titoli di testa lascia ben sperare, ma la commedia resta prigioniera degli stereotipi (Preziosi, di destra, è bello e bravo a letto; Marchionil, sinistra, è l'intellettuale che smania per Fazio): girotondo di coppie. Il film di Marco Ponti coglie in Valentina Lodovini un' intonata protagonista, e nella Riccobono una svampita comprimaria." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 18 aprile 2013)

"Dal romanzo della Gamberale, Marco Ponti trae una commedia intesa a mettere alla berlina entrambe le parti, grazie ai rispettivi partner di Nina e Giulio, un tronfio romanziere (Marchioni) e un'appariscente finta-tonta (Riccobono); per non parlare dei salottieri ritrovi di una destra corrotta e della figura di un aspirante sindaco di Roma, fatuo progressista bravo a vendersi come il nuovo che avanza. Ma il film non vola più alto del teatrino stereotipo che inscena." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 18 aprile 2013)

"Ennesimo film della stagione in cui l'attualità politica si insinua tra le pieghe della commedia all'italiana, 'Passione sinistra' è forse il peggiore del mazzo, ma dopo il successo di 'Benvenuto presidente!' chissà se il pubblico lo premierà. Anche qui c'è un'interprete proveniente dalla saga di 'Benvenuti al Sud' e 'Benvenuti al Nord': là Claudio Bisio, qui Valentina Lodovini che è un'attrice bella e brava (...). Peccato che, in 'Passione sinistra', lei e gli altri attori (Alessandro Preziosi, Vinicio Marchioni, Eva Riccobono) debbano fare lo slalom tra i luoghi comuni e gli ammicchi alla satira politica, che è nemica mortale del bel cinema. La storia, nella Hollywood degli anni Trenta, avrebbe fatto la gioia di Spencer Tracy e Katharine Hepburn (...). Ognuno, come suol dirsi, ha i modelli che si merita. Purtroppo, nella scena più telefonata del film, Travaglio compare davvero (...). (...) anche dicendo quella semplicissima battuta il giornalista ci dà una notizia: no, proprio non è un attore." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 18 aprile 2013)

"Per 'Passione sinistra' di Marco Ponti siamo dalle parti della commediola sentimentale. Qualcosa di più superficiale di 'Two Weeks Notice' (Sandra Bullock di sinistra, Hugh Grant di destra), 'Metalmeccanico e parrucchiera...' della Wertmüuller (Pivetti leghista, Solenghi postcomunista) o il più recente 'Matrimoni e altri disastri' (Buy sensibile, Volo cinico). (...) I coprotagonisti funzionano. I protagonisti no. Specialmente la Lodovini. In una Roma invisibile se non fosse per brutali flash da cartolina (città completamente slegata dai tormenti dei personaggi), Nina dovrà decidere se gli steccati ideologici hanno un senso, barcamenandosi come spin doctor di un aspirante sindaco (il trentaduenne Andrea Splendore, falso e ammiccante; bravo Glen Blackhall) più credibile nell'universo di 'Guerre stellari' che non in una commediola sì pop, ma in teoria anche popolare quindi un po' realistica. (...) E' invece è tutto frullatone escapista e rimasticamento di citazioni (si apre con orgasmo lanciato all'altoparlante stile 'Mash'), ammiccamenti finto-chic (Marco Travaglio in fiacco cammeo), aiutini televisivi (Geppi Cucciari mortificata; è più profonda negli spot del Bifidus), provocazioni da asilo (i titoli buffi dei film porno! Ancora? 'Clerks' è del 1994!) battute ripetute a macchinetta (la Lodovini è robotica) e autoindulgenza postmoderna. Cosa è successo a Marco Ponti, un tempo cantore del citazionismo di cuore, e dannatamente divertente, di 'Santa Maradona' e 'A/R: Andata Ritorno'? Forse non si poteva fare di più dal romanzo omonimo di Chiara Gamberale ma per chi ricorda il talento cristallino di Ponti (firmò la sceneggiatura dell' adorabile rom-com 'L'uomo perfetto') è una bella ferita cinefila questa passione né sinistra, né destra. Solo di plastica." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 18 aprile 2013)

"Fragile, simpatica e spiritosa commedia, con qualche figurina inutile, tipo la sprecata Geppi Cucciari. Ma certi sberleffi («'Se ho un dubbio mi chiedo: cosa direbbe Travaglio?'», '«Non riesco a lavorare finché non so quando mi inviterà Fazio»') sono irresistibili." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 18 aprile 2013)

"Piacerà a chi ama le commediole leggere a patto che tra un battibecco amoroso e l'altro riescono a infilare qualche osservazione non banale (al diavolo le barriere ideologiche specie quando si rivelano del tutto fasulle). Certo il cuore del regista è a sinistra, ma fortunatamente non quella che ha il vuoto dietro le sue presunte battaglie." (Giorgio Carbone, 'Libero', 18 aprile 2013)