My One and Only

USA 2009
Le avventure d'infanzia di George Devereaux e di suo fratello, trascinati dalla madre eccentrica in un viaggio on-the-road che li porterà lungo tutta la East Cost, alla ricerca di un uomo facoltoso che si prenda cura della strampalata famiglia.
SCHEDA FILM

Regia: Richard Loncraine

Attori: Renée Zellweger - Anne Deveraux, Logan Lerman - George Devereaux, Kevin Bacon - Dan Devereaux, Troy Garity - Becker, David Koechner - Bill Massey, Eric McCormack - Charlie, Chris Noth - Dottor Harlan Williams, Mark Rendall - Robbie, Nick Stahl - Bud, Steven Weber - Wallace McAllister, Robin Weigert - Hope, Molly C. Quinn - Paula, Phoebe Strole - Wendy, J.C. MacKenzie - Tom, Maury Ginsberg - Sig. Dillon, Veronica Taylor - Nancy, Paul L. Nolan - Martin Kamen, Rachel Specter - Sherry, Dan John Miller - Mickey

Soggetto: Charlie Peters

Sceneggiatura: Charlie Peters

Fotografia: Marco Pontecorvo

Musiche: Mark Isham

Montaggio: Humphrey Dixon

Scenografia: Brian Morris

Arredamento: Bryony Foster, Wendy Ozols-Barnes

Costumi: Helen P. Butler, Douglas Hall

Durata: 108

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM, CINEMASCOPE (1:2.35)

Produzione: RUNAWAY HOME PRODUCTIONS, HERRICK ENTERTAINMENT, MERV GRIFFIN ENTERTAINMENT, RAYGUN PRODUCTIONS

NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO AL 59. FESTIVAL DI BERLINO (2009).
CRITICA
"George Hamilton non solo ha prodotto il film, montato (?) con classe dal figlio di Gillo Pontecorvo, Marco, e ha voluto Mark Isham come responsabile delle musiche, per non esagerare con un sound arrangiato come piace a Woody Allen, ma anche scelto un suo sosia fotocopia, il giovane attore Logan Lerman dai capelli altrettanto brillantinati, e una specie di George Peppard gayssimo come fratello al suo fianco (Mark Rendd), perché il duo faceva proprio faville nei melo adolescenziali psicoanaliticamente corretti, nel ruolo dei bravi ragazzi turbati, dalle emozioni paralizzate per colpa di genitori troppo presi dai loro problemi per non accorgersi di produrre se non gioventù bruciata alla James Dean, certamente dei sensibilissimi anormali." (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 13 febbraio 2009)