Broken Flowers

Road-movie diretto da Jarmusch e premiato a Cannes. Sulle orme di un dongiovanni (Bill Murray) in cerca di paternità

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USA 2005
Don Johnston, scapolo impenitente, riceve una misteriosa lettera, senza firma, da una sua probabile ex amante che lo informa di essere padre di un ragazzo di 19 anni. Don si confida con Winston, suo amico e vicino di casa, che gli consiglia di andare alla ricerca di colei che può aver scritto la lettera. Così, superando la sua ostilità per i viaggi, ne intraprende uno attraverso gli Stati Uniti per scoprire quale delle sue vecchie fiamme può essere la madre del ragazzo...
SCHEDA FILM

Regia: Jim Jarmusch

Attori: Bill Murray - Don Johnston, Jeffrey Wright - Winston, Sharon Stone - Laura Miller, Frances Conroy - Dora, Jessica Lange - Carmen, Tilda Swinton - Penny, Julie Delpy - Sherry, Chloë Sevigny - Assistente di Carmen, Christopher McDonald - Ron, Alexis Dziena - Lolita, Pell James - Sun Green, Heather Simms - Mona, Brea Frazier - Rita, Christopher Bauer - Dan, Larry Fessenden - Will, Suzanne Hevner - Sig.ra Dorston, Meredith Patterson - Assistente di volo

Soggetto: Jim Jarmusch

Sceneggiatura: Jim Jarmusch

Fotografia: Frederick Elmes

Montaggio: Jay Rabinowitz

Scenografia: Mark Friedberg

Arredamento: Lydia Marks

Costumi: John A. Dunn

Effetti: Big Film Design

Altri titoli:

Untitled Jim Jarmusch Project

Dead Flowers

Durata: 106

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)

Produzione: BAC FILMS, FOCUS FEATURES

Distribuzione: MIKADO

Data uscita: 2005-12-02

NOTE
- GRAN PREMIO AL 58MO FESTIVAL DI CANNES (2005).

- JIM JARMUSCH E' STATO CANDIDATO AL NASTRO D'ARGENTO COME REGISTA DEL MIGLIOR FILM STRANIERO.
CRITICA
"La muta, impassibile, ironia di Bill Murray, il suo sguardo pigro e sornione firmano fin dai primi fotogrammi il felice incontro (il secondo, in realtà, dopo 'Coffee & cigarettes') con Jarmusch, bandiera del cinema indipendente, tornato in gran forma. (...) A parte la bella suggestione di un film che valorizza tante attrici, 'Broken Flowers' è la prova di un cinema intelligente ma divertente, d'intrattenimento ma anche di spessore e di pensiero, di idee che non hanno bisogno di gigantismi e fiumi di sogni." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 2 dicembre 2005)

"Sulla scia di 'Lost in Translation', ancora una commedia sostenuta e sospinta dal carisma dello stesso protagonista. Bill Murray, in effetti, è 'Broken Flowers', lo solleva al di sopra della sua trama minimalista, e ne dirige e armonizza il concerto dei comprimari di lusso. I temi sono quelli tipici del regista indipendente Jim Jarmush, la malinconia e la fuga dal tempo, ai quali s'aggiunge il senso di una paternità perduta e rimpianta. Qui l'atmosfera è più fluida e accattivante e la cifra jarmushiana resta tutta nel climax descrittivo di un film che non entrerà nella storia del cinema, ma diventerà caro a un pubblico più ampio del circolo dei cinefili. (...) La prevedibilità della sceneggiatura viene surrogata dalle virtuosistiche reazioni di Murray ogni volta che viene a contatto con i casi psicologici o esistenziali incarnati da una Sharon Stone umile e concentrata, dalla bizzarra Frances Conroy del telefilm 'Sex Feet Under', da una Jessica Lange all'altezza della propria classe e dall'inquietante erinni Tilda Swinton. 'Broken Flowers' funziona in sostanza come film d'attori, un puzzle stralunato ed elegante che riscaldano la freddezza dello humour e conferiscono alle sfumature il ruolo abitualmente riservato all'emozione o alla suspense." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 3 dicembre 2005)

"'Broken Flowes' non è un film erotico, non è un film sentimentale della seconda chance e non è un poliziesco. Murray lo definisce un 'giallo del cuore, con pochi dialoghi e molta musica etiopica'. Il che non significa nulla. Chi dovrebbe irritarsi di essere preso per il naso da Jarmusch per quasi due ore - con elucubrazioni di uno sfaccendato dalla vita sessuale debole, ma dagli stimoli ancora forti - è il pubblico. Chi però andrà a vedere 'Broken Flowers', lo farà credendo molto nella stampa devota a Jarmusch. E quando sarà disilluso non avrà il coraggio di ammettere di aver perso tempo non solo col film, ma con le sue recensioni." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 2 dicembre 2005)

"Un grande film sulla delusione, che proprio per questo a una visione frettolosa potrebbe sembrare un poco deludente. Mentre è straordinaria la finezza con cui Jarmusch e il suo magnifico cast lavorano sulle allusioni e il non detto, distillando dettagli che in pochi secondi illuminano tutto un personaggio. Vedi la scena in cui Sharon Stone si sveglia addosso a Bill Murray, o il baciamano improvviso con cui lo saluta quando riparte. Due idee dell'attrice, a detta di Jarmusch, e già questo rivela un metodo, un'etica, una concezione del cinema, oggi sempre più rare." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 2 dicembre 2005)