LES CHORISTES - I RAGAZZI DEL CORO

LES CHORISTES

SVIZZERA 2004
Nel 1949 Clément Mathieu, un insegnante di musica disoccupato, trova lavoro in un istituto di rieducazione per minorenni. Qui l'uomo si scontra con la dura condizione in cui vivono i ragazzi e con il metodo educativo, particolarmente repressivo, di Rachin, il direttore. Uno dei ragazzi, tra i più difficili e ribelli, ha una voce angelica e cominciando da lui, Mathieu cerca di cambiare la loro vita attraverso la magia della musica...
SCHEDA FILM

Regia: Christophe Barratier

Attori: Gérard Jugnot - Clement Mathieu, François Berléand - Rachin, Jean-Baptiste Maunier - Pierre Morhange Da Piccolo, Jacques Perrin - Pierre Morhange Adulto, Kad Merad - Chabert, Marie Bunel - Violette Morhange, Philippe du Janerand - Langlois, Jean-Paul Bonnaire - Maxence, Maxence Perrin - Pepinot Da Piccolo, Didier Flamand - Pepinot Adulto, Gregory Gatignol - Mondain, Carole Weiss - La Contessa, Thomas Blumenthal - Corbin, Simon Fargeot - Boniface, Erick Desmarestz - Dottor Dervaux, Armen Godel, Monique Ditisheim, Paul Charieras, Michel Caccia, Fabrice Dubusset, Steve Gadler

Soggetto: Christophe Barratier

Sceneggiatura: Philippe Lopes-Curval, Christophe Barratier

Fotografia: Dominique Gentil, Carlo Varini

Musiche: Bruno Coulais

Montaggio: Yves Deschamps

Scenografia: François Chauvaud

Costumi: Françoise Guegan

Altri titoli:

CHORISTS

DIE KINDER DES MONSIEUR MATHIEU

Durata: 95

Colore: C

Genere: DRAMMATICO MUSICALE COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: GALATEE FILMS, NOVO ARTURO FILMS, VEGA FILM AG, CP MEDIEN AG, FRANCE 2 CINEMA, PATHE' RENN PRODUCTIONS

Distribuzione: FILMAURO

Data uscita: 2004-10-29

NOTE
- VINCITORE DEL PREMIO CGS "PERCORSI CREATIVI" ALL' EDIZIONE 2004 DEL GIFFONI FILM FESTIVAL

- DUE CANDIDATURE AGLI OSCAR 2005: MIGLIOR CANZONE ORIGINALE ('VOIS SUR TON CHEMIN' DI BRUNO COULAIS, CHRISTOPHE BARRATIER), MIGLIOR FILM STRANIERO.

- CANDIDATO AL DAVID DI DONATELLO 2005 COME MIGLIOR FILM DELL'UNIONE EUROPEA.
CRITICA
"Una trama fin troppo lineare lasciava sospettare l'ennesimo campione di film umanista, farcito di buoni sentimenti, che ti prende in ostaggio propinandoti un'ora e mezza di emozioni precotte. Non va affatto così. 'Les choristes' è un'operina pudica, spesso divertente (e a tratti, questo sì, ingenua) che conosce molto bene la differenze tra sentimentalismo e tenerezza." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 29 ottobre 2005)

"Piacerà a chi riconosce la maestria del cinema francese ogni volta che va a rivangare gli anni '40. Anni di fame e di dolore, ma anche di speranze per una vita nuova." (Giorgio Carbone, 'Libero', 29 ottobre 2004)

"Una storia fine, all'inizio la descrizione della vita grama di una casa di correzione, poi, dopo l'esibizione molto realistica delle malefatte di quei piccoli reclusi, l'intervento dell'insegnante, un brav'uomo con la passione per la musica che, scrivendola egli stesso e poi facendola cantare, arriva a tenere in pungo quella masnada quasi feroce riuscendo anche a scoprirvi in mezzo un bambinetto con tali spiccate doti canore da avviarlo, con determinazione se pure con modestia, a una carriera in campo musicale. (... ) Si segue anche con commozione: per i ritmi piani, le psicologie attente, le musiche spesso coinvolgenti, l'insegnante è l'attore-regista Gérard Jugnot. Non fa rimpiangere Noel Noel." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 29 ottobre 2004)

"Primo film diretto da Christophe Barratier, ha avuto in Francia un inconsueto successo da otto milioni di spettatori. (..) I giovanissimi interpreti presi dalla vita sono accattivanti, l'interpretazione di Gérard Jugnot è efficace." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 29 ottobre 2004)

"Remake di un successo del 1945 ('La cage aux rossignols' di Jean Dréville), 'Les choristes' mostra come un maestro buono redime un gruppo di ragazzi terribili grazie alla musica nella Francia povera e impaurita dell'ultimo dopoguerra. E tutti, come no, abbiamo bisogno di redenzione, bellezza, speranza. Ma c'è un ma: la famosa cornice. Occorre giustificare il tuffo nel passato: ed ecco Jacques Perrin, oggi musicista ricco e famoso, rievocare da New York la sua infanzia ribalda e l'incontro col fatidico maestro. Pochi minuti ma così fasulli, melensi, consolatorî, da gettare un'ombra sull'intero film." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 29 ottobre 2004)