The Take - La presa

THE TAKE

Dalla no global Naomi Klein una ricetta (in documentario) contro gli eccessi del sistema capitalistico

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CANADA 2004
Alla vigilia della grave crisi economica argentina del 2001, nei sobborghi più poveri di Buenos Aires, trenta operai disoccupati si "organizzano", entrano nella fabbrica dove hanno lavorato, che ora è inattiva, e si rifiutano di uscire. Quello che vogliono è far ripartire le macchine e riuscire a far riprendere la produzione. Questo gesto, The Take, fatto per disperazione e per ovviare alla fame e alla disoccupazione, pone l'accento sul problema della globalizzazione. I lavoratori, senza altre armi che fionde costruite da loro stessi, si barricano nella fabbrica e sfidano da lì dentro i padroni, i capi, i banchieri e quanti si occupano di loro come di unità preposte al lavoro.
SCHEDA FILM

Regia: Avi Lewis

Soggetto: Naomi Klein

Sceneggiatura: Naomi Klein

Fotografia: Mark Ellam

Musiche: David Wall

Montaggio: Ricardo Acosta

Altri titoli:

La presa

Durata: 87

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Specifiche tecniche: 4/3 - BETA DIGITALE - HD CAM - 35MM - DOLBY

Produzione: AVI LEWIS, NAOMI KLEIN E KATIE MCKENNA PER KLEIN LEWIS PRODUCTIONS, BARNA-ALPER PRODUCTIONS/NATIONAL FILM BOARD OF CANADA

Distribuzione: FANDANGO (2005), DVD: FANDANGO DOC

Data uscita: 2005-03-18

NOTE
- EVENTO SPECIALE ALLA 61MA MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VENEZIA (2004) NELLA SEZIONE "CINEMA DIGITALE"

- SUONO: DWAYNE NEWMAN, DANIEL PELLERIN.

- VERSIONE ORIGINALE IN INGLESE E SPAGNOLO.
CRITICA
"La famosa autrice di 'No Logo', col marito giornalista Avi Lewis ci offre con 'The Take', nella stagione del documentario politico, un film che restituisce al cinema i concetti di morale e dignità nuovi di zecca. Si racconta la crisi recente argentina dopo la seconda sfortunata discesa in campo di Menem e la faticosa lotta degli operai di una fabbrica per poter autogestirla, finendo con un mezzo happy end ancora aperto. Il film è appassionante per come legge e rilegge la storia, mescolando con passione discreta il pubblico e il privato, in grado di offrire bei personaggi cui affezionarsi, il capo famiglia in crisi. Certo che è un documento militante, ma attento alle ragioni vere della vita, del lavoro, dell'etica delle persone travolte che si devono riconquistare un lavoro." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 19 marzo 2005)