Il fuggitivo

The Fugitive

USA 1993
A Chicago, il noto chirurgo Richard Kimble, felicemente coniugato con la bella e amata Helen, dopo un'operazione d'emergenza in ospedale, torna a casa e vi scopre un intruso con un braccio artificiale, che lo aggredisce e riesce a fuggire, e trova poi la moglie col cranio fracassato, che gli muore fra le braccia. Poichè sulla porta di casa non ci sono segni di effrazione, nè si trova traccia del monco, e Richard è l'unico erede della ricchissima Helen, al processo viene giudicato colpevole dell'assassinio della moglie, e condannato a morte, nonostante sia stata registrata una chiamata alla polizia della donna morente, che parlava di un aggressore. Durante il trasporto al penitenziario, Kimble si trova con altri detenuti, i quali, per fuggire, fanno sbandare il furgone cellulare, che si scontra sui binari con un treno in arrivo. Salvatosi miracolosamente nel pauroso incidente, Richard scappa, mettendosi alla ricerca del vero assassino ed è inseguito dal funzionario federale Sam Gerard, che assume la direzione delle indagini, e col suo aiutante Cosmo Renfro ed altri agenti, è ben deciso a riconsegnare il fuggiasco alla giustizia.
SCHEDA FILM

Regia: Andrew Davis

Attori: Harrison Ford - Richard Kimble, Tommy Lee Jones - Sam Gerard, Sela Ward - Helen Kimble, Julianne Moore - Anne Eastman, Joe Pantoliano - Cosmo Renero, Daniel Roebuck - Biggs, L. Scott Caldwell - Poole, Dick Cusack, Jeroen Krabbé - Charles Nichols, Andreas Katsulas - Sykes, Tom Wood (II) - Newman

Soggetto: David Twohy

Sceneggiatura: David Twohy, Jeb Stuart

Fotografia: Michael Chapman

Musiche: James Newton Howard

Montaggio: David Finfer, Dennis Virkler

Scenografia: J. Dennis Washington

Costumi: Aggie Guerard Rodgers

Effetti: Tom Ryba, Ultimate Effects, Introvision International, William Mesa, Roy Arbogast

Durata: 137

Colore: C

Genere: GIALLO

Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI

Tratto da: personaggi creati da Roy Huggins

Produzione: ARNOLD KOPELSON

Distribuzione: WARNER BROS ITALIA - WARNER HOME VIDEO

NOTE
- REVISIONE MINISTERO AGOSTO 1993.

- PREMIO OSCAR NEL 1993 MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA A TOMMY LEE JONES.
CRITICA
Aperto e chiuso da sequenze spettacolari (lo scontro fra il treno e il cellulare, di eccezionale forza drammatica, tutto ripreso dal vivo; un gran finale in lavanderia con scazzottata sul tetto), il film, presentato al Lido nella sezione Notti veneziane, è un buon esempio di cinema commerciale largamente inverosimile e in più luoghi ripetitivo ma condotto col ritmo di corsa, il taglio secco, l'abbondanza di mezzi, l'azione perentoria come gli ordini della polizia che testimoniano la professionalità del regista Andrew Davis. Gli obbediscono con zelo Harrison Ford (ma di poco mobile espressività) e Tommy Lee Jones, il poliziotto feroce. (Il Messaggero, Giovanni Grazzini) Subito inseritosi nel quartetto miliardario "made in Usa" - guidato da "Jurassic Park" e completato da "Nel centro del mirino" e da "Il socio" di prossima programmazione - che svuoterà fino a Natale i botteghini, "Il fuggitivo" riprende, in confezione "big", la trama di una serie televisiva Usa che incominciò nel 1963 e durò con crescente fortuna quattro anni. L'attrazione per un "plot" vario negli accidenti esteriori ma abbastanza scontato nel fondo è accresciuta a dismisura dal gusto della gigantografia di cui il regista Andrew Davis, come dimostrò "Trappola in alto mare" e "Uccidete la colomba bianca", è smaliziato cultore. (Avvenire, Francesco Bolzoni 06-10-93) Tensione, dinamismo, divertimento, complotto industriale: a Chicago, un chirurgo condannato per uxoricidio si sottrae alla prigione per provare la propria innocenza e trovare il vero assassino di sua moglie. Ispirato a un serial televisivo, il film ha qualche incongruenza nell'intrigo, ma la lunga corsa parallela (il protagonista a caccia dell'assassino, la polizia a caccia del protagonista) ha un gran ritmo, momenti emozionanti, un ex poliziotto criminale, una polizia che persegue il fuggiasco con sorprendente tenacia e largo impiego di mezzi, sia pure arrivando rispetto a lui sempre in ritardo. (Il Tempo)