Con le migliori intenzioni

Den goda viljan

SVEZIA 1992
Svezia, 1901. Nella città di Uppsala, Henrik Bergman, uno spiantato studente di Teologia che convive nascostamente con la cameriera Frida Strandberg, s'innamora, ricambiato, di Anna Åkerblom, la pervicace sorella del suo amico Ernst. Questo amore è osteggiato dalla signora Karin, la madre di Anna che, essendo a conoscenza della relazione di Henrik con Frida, costringe il giovane a partire dopo aver scritto una lettera d'addio ad Anna. Henrik però pensa sempre a lei e vuole incontrarla ma Anna lo respinge. Successivamente Frida riesce a convincerla che Henrik è innamorato di lei, ed è disposta a farsi da parte. Frattanto Anna ha contratto la tubercolosi e deve andare in sanatorio, in Svizzera. Guarita, scrive ad Henrik ma la madre distrugge la sua lettera e porta la figlia in Italia per un lungo viaggio. Alla morte del marito, Karin rivela alla figlia il particolare della lettera bruciata e la ragazza decide di tornare all'istante e di sposare Henrik. Prima però vanno a visitare la futura parrocchia di lui, Forsboda, nel Nord, e passano a visitare Alma, madre di Henrik, apparentemente affettuosa, ma in realtà atterrita dall'idea che un'estranea le porti via l'adorato figlio. All'arrivo a Forsboda scoppiano litigi sia per la futura disposizione delle stanze, sia per il luogo del matrimonio: tuttavia la cerimonia avviene con grande fasto ad Uppsala. Rinunciando al viaggio di nozze i due sposini salgono sul treno e raggiungono la sperduta parrocchia. Qui vi sono serie tensioni sociali per la crisi produttiva e gli operai della locale fonderia sono in fermento. Il direttore, Nordenson, tenta di tirar dalla sua parte il giovane pastore che invece è dalla parte degli operai. Frattanto ai due giovani coniugi, che hanno accolto in casa Petrus, un ragazzino disadattato ma intelligente, avido divoratore di libri, nasce un figlio, Dag. Poi viene offerto ad Henrik l'incarico di cappellano all'ospedale di Stoccolma: gli sposi si recano a corte dove incontrano la regina Vittoria, ma rinunciano e restano a Forsboda, dove c'è uno scontro nella Cappella tra il pastore e Nordenson, che è ateo, e vuole sottrarre le due figlie alla preparazione alla comunione. Grazie all'ostilità di Nordenson, intorno alla coppia si fa il vuoto: Petrus, avendo udito Anna dire di non volerlo più ospitare, tenta di affogare nel fiume il piccolo Dag, e viene restituito ai genitori adottivi. Anna, in lite con Henrik, torna dalla madre ad Uppsala. Mentre lei festeggia il Natale in famiglia, il marito assiste al montare delle agitazioni operaie e al suicidio di Nordenson. Deluso, Henrik va a trovare ad Uppsala Anna, nuovamente incinta, e le rivela di aver accettato l'incarico reale a Stoccolma.
SCHEDA FILM

Regia: Bille August

Attori: Samuel Fröler - Henrik Bergman, Pernilla August - Anna Åkerblom Bergman, Max von Sydow - Johan Åkerblom, padre di Ann, Ghita Nørby - Kann Åkerblom, madre di Anna, Björn Kjellman - Ernst Åkerblom, fratello di Anna, Börje Ahlstedt - Carl Åkerblom, fratellastro di Anna, Björn Granath - Oscar Åkerblom, fratellastro di Anna, Gunilla Nyroos - Svea Åkerblom, moglie di Oscar, Mikael Segerstrom - Gustav Åkerblom, fratellastro di Anna, Eva Gröndahl - Martha Åkerblom, moglie di Gustav, Mona Malm - Alma Bergman, madre di Henrik, Keve Hjelm - Fredrik Bergman, nonno paterno di Henrik, Margaretha Krook - Blenda Bergman, zia di Henrik, Irma Christensson - Ebba Bergman, zia di Henrik, Sif Ruud - Beda Bergman, zia di Henrik, Lena Brogren - Signorina Lisen, Cecilia Lagerkvist - Signorina Siri, Lena Endre - Frida Strandberg, Dan Johansson - Justus Bark, Niklas Hald - Baltzar Kugelman, Ernst-Hugo Järegård - Professor Sundelius, Hans Alfredson - Reverendo Gransjö, Lena T. Hansson - Magda Sael, Lennart Hjulstoem - Nordenson, direttore Fonderia, Marie Göranzon - Elin Nordenson, Björn Gustafson - Jesper Jakobsson, Roland Hedlund - Herman Nagel, Elias Ringqvist - Petrus Farg, Leif Forstenberg - Signor Johansson, Boel Larsson - Mia, Jan Blomberg - Il Conte Svante, Marie Richardson - Marta Werkelin, Gun Joensson - Märta Lagerstam, Sven Wollter - Il Vescovo, Viveka Seldahl - Signora Johansson, Inga Lill Ellung - Mejan

Soggetto: Ingmar Bergman

Sceneggiatura: Ingmar Bergman

Fotografia: Jörgen Persson

Musiche: Björn Linnman, Stefan Nilsson

Montaggio: Janus Billeskov Jansen

Scenografia: Anna Asp

Arredamento: Anna-Lena Hansen

Costumi: Ann Mari Anttila

Altri titoli:

The Best Intentions

Las mejores intenciones

Die besten Absichten

Les meilleures intentions

Durata: 183

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANAVISION, PANORAMICA, 35 MM

Produzione: SVT DRAMA, DANMARKS RADIO (DR), LA SEPT CINÉMA, ZDF, CHANNEL FOUR FILMS, RAI-RADIOTELEVISIONE ITALIANA, NRK, RÚV, FOCUS FEATURES INTERNATIONAL

Distribuzione: COLUMBIA TRI STAR FILMS ITALIA - DVD: RAROVIDEO (2011)

NOTE
- PALMA D'ORO A BILLE AUGUST E PREMIO COME MIGLIORE ATTRICE A PERNILLA AUGUST AL 45. FESTIVAL DI CANNES (1992).
CRITICA
"Questo film, scritto e sceneggiato da Ingmar Bergman, mostra i difficili rapporti che hanno caratterizzato il matrimonio dei genitori. Di chiara derivazione televisiva, il lavoro è un ben riuscito affresco sui primi anni del secolo in Svezia visti con gli occhi di una coppia di diversa estrazione sociale. La spensierata e capricciosa Anna deve fare i conti con la miseria, morale e materiale, del prossimo, ed il povero, cocciuto e collerico Henrik deve mediare tra la sua povertà ed il ceto della futura moglie, tra la fede nella sua missione di prete e le complessità psicologiche e pratiche che sorgono nel dover mediare i doveri del pastore d'anime con quelli di marito e padre. Accattivante, per bellezza d'immagini e freschezza di recitazione nella prima parte, fino al matrimonio di Henrik, il film risente della evidente volontà di Bille August di seguire alla lettera i diktat del grande Ingmar, che qui, almeno come sceneggiatore, sembra come incapace di uscire dalla rivisitazione, tra l'ossessivo ed il narcisistico, dei luoghi e delle situazioni tipiche della sua precedente filmografia: e questo nuoce al regista ed agli interpreti, che a lungo andare risentono un po' dello sclerotizzarsi del copione, e dopo l'iniziale entusiasmo sembrano adeguarsi al clima un po' ripetitivo del tutto." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 113, 1992)