L'UOMO PROIETTILE

ITALIA 1995
Dopo aver fatto i più svariati mestieri per sopravvivere, uno strano individuo ha scelto di fare l'uomo proiettile in un circo, dove si trova finalmente a suo agio, lavorando solo due giorni alla settimana. Oltre tutto ama la sua graziosa assistente, Ewelyn. Nel circo si aggirano i soliti curiosi personaggi: la donna barbuta, la trapezista Ester, il fachiro Omar cui è cresciuta una pianticella nel palmo della mano, l'uomo selvaggio, il ventriloquo col suo barboncino parlante. Frattanto la domatrice di elefanti è morta e i compagni la piangono mentre il Mago suona mesto il clarinetto, e lievita, e un clown vestito da diacono scuote un enorme bussolotto delle elemosine ed ha moneta fin nel cappello. Poi il clown Marcus tiene una conferenza, con immagini di film noti, sulle dittature, le guerre, le ingiustizie e le torture. Improvvisamente l'uomo proiettile scopre che Ewelyn non è più serena e soddisfatta come un tempo: lei ammette di tradirlo col vicino di casa e lui ha una crisi esistenziale. Tenta un bilancio della sua vita: ricorda l'infanzia, la scuola, le punizioni della maestra, i primi turbamenti di fronte alla donna. Vagando per il circo si chiede come amare senza soffrire la gelosia. Un party tra omosessuali lo lascia indifferente. Chiuso nel suo cannone, ripensa ai momenti più belli con Ewelyn. Poi costei, rientrata in casa, gli annuncia il black-out dello spettacolo, ma lui propone di farlo lo stesso, a lume di candela.
SCHEDA FILM

Regia: Silvano Agosti

Attori: Paola Agosti - Ewelyn, Dario Ballantini - Il Clown Della Conferenza, Giulia Boschi - La Donna Barbuta, Severino Saltarelli - Uomo Dio, Bruno Wolkowitch - Uomo Proiettile, Carla Olivieri - Liu', Federico Zanola - Uomo Proiettile Bambino, Simona Volpi - Il Clown Prete

Soggetto: Silvano Agosti

Sceneggiatura: Silvano Agosti

Fotografia: Silvano Agosti

Musiche: Andrea Morricone, Ennio Morricone

Montaggio: Silvano Agosti

Scenografia: Luigia Da Re

Durata: 105

Colore: C

Genere: METAFORA

Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI

Tratto da: TRATTO DALL'OMONIMO ROMANZO SCRITTO DAL REGISTA

Produzione: 11 MARZO CINEMATOGRAFICA

Distribuzione: ISTITUTO LUCE

NOTE
- FRA GLI INTERPRETI LA PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA DEGLI ARTISTI DEL CIRCO TOGNI "IL FLORILEGIO" E DEI FRATELLI LIVIO, DAVIO E CORRADO TOGNI.
CRITICA
"L'immaginario, il sogno, le fughe nella fantasia possono tradursi in immagini collettive? Agosti non ha dubbi, perché per lui il sognare a occhi aperti è puro cinema. 'Io sono un autarchico', diceva Nanni Moretti, ma Silvano Agosti lo batte. Utopista anarchico, sognatore e poeta, Silvano Agosti è un irriducibile indipendente che crede in un cinema povero ma libero da tutti i condizionamenti, siano essi quelli dell'industria, del consumo o dei codici narrativi. E 'L'uomo proiettile' senza alcuna perplessità sul sistema delle regole, sviluppa questo teorema libertario in un intreccio di arte, vita e cinema." (Enzo Natta, "Famiglia Cristiana",17 Gennaio 1996)

"'L'uomo proiettile', tratto da uno dei romanzi di Silvano Agosti scrittore, attraverso una parabola sontuosa, semplice illustra due concetti cruciali nella visione dell'autore. Primo, il lavoro oggi tanto cercato, desiderato o rimpianto è per l'uomo una forma di schiavitù che divora la vita distruggendo libertà, facoltà creative, possibilità di gioia. Secondo, la gelosia deforma la passione, la muta in sentimento di possesso, induce a considerare la donna o l'uomo amati come oggetti di proprietà: quando c'è gelosia non esiste l'amore per l'altro ma soltanto l'amore di sé. Il protagonista del film ha trovato un modo per sopravvivere dedicando al lavoro appena pochissimo tempo, fa l'uomo proiettile che viene sparato nel vuoto a ogni spettacolo d'un circo equestre; e troverà il modo per arrivare ad accettare che la donna amata viva liberamente le proprie emozioni. Fantasioso come una favola, serio come una filosofia, 'L'uomo proiettile' è arricchito da effetti speciali realizzati artigianalmente con l'immaginazione ingenua di Méliès e l'ingegnosità dei bambini. Tra gli interpreti, è notevole Paola Agosti, nipote del regista." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 18 Febbraio 1996)

"È una partitura complessa, con qualche caduta di tono, quella orchestrata da Agosti per il suo quarto lungometraggio. E certo la particolare qualità della scrittura cinematografica, ritagliata sulle pagine dell'omonimo romanzo, allontana ogni richiamo realistico: il circo che vediamo, sensuale e allegorico, non è né quello di Fellini né quello di Trapezio, e i personaggi che lo animano la Donna Barbuta, il Clown Diacono (...) incarnano una società-altra impermeabile all'egoismo. È in questo contesto che si amano teneramente 'l'uomo proiettile' (Bruno Wolkowitch) e l'assistente Ewelyn. (…) Chi ha visto 'Quartiere' o 'Uova di garofano' sa che Agosti concepisce il cinema come un'inesausta ricerca formale. Più fresco e visionario nella prima parte (sono bellissimi i dettagli ravvicinati dei corpi durante l'amplesso e certe luminosità argentate all'interno del cannone), 'L'uomo proiettile' si sfalda nella seconda, forse per un eccesso di sottolineature estetico-ideologiche tutto sommato estranee alla poetica dell'autore. Ma, confermando quanto si scriveva dalla Mostra di Venezia, la poesia al cinema è fatta così: non sempre la trovi dove vorrebbe il regista." (Michele Anselmi, "L'Unità", 29 Novembre 1995)