Beati i ricchi

ITALIA 1972
Geremia, un contrabbandiere di sigarette, si lascia convincere dal cognato Augusto a far passare clandestinamente il confine fra Italia e Svizzera a uno sconosciuto disposto a pagare, per "il favore", un milione di lire. Giunto il momento, costui si lascia prendere dalla fretta, incappa nei finanzieri, reagisce sparando dei colpi di pistola ma ci lascia la pelle. Geremia e Augusto, aperte le sue borse, s'accorgono che sono piene di soldi, per un totale di due miliardi di lire, e decidono di tenerseli. Un industriale, un banchiere e il sindaco di un paese - proprietari di quel denaro già destinato alle banche svizzere - sapendo quasi con certezza in quali mani è finito, tentano di tutto per rientrarne in possesso. Favoriti dalla ingenuità e dalla viltà di Augusto, sembrano riuscirci. Ma Geremia è così furbo da giocarli; fugge quindi in Svizzera, con quasi tutto il malloppo.
SCHEDA FILM

Regia: Salvatore Samperi

Attori: Lino Toffolo - Geremia, Paolo Villaggio - Augusto, Sylva Koscina - La contessa, Neda Arneric - Signorina Barti, Gigi Ballista - Il commendatore, Eugene Walter - Il sindaco, Piero Vida - Il prete, Edda Ferronao - Signora Barti

Soggetto: Salvatore Samperi, Aldo Lado

Sceneggiatura: Salvatore Samperi, Aldo Lado, Sandro Continenza

Fotografia: Claudio Cirillo

Musiche: Luis Enríquez Bacalov

Montaggio: Franco Arcalli

Scenografia: Luciano Spadoni

Arredamento: Luciano Spadoni

Costumi: Mariolina Bovo

Durata: 98

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: PANORAMICA, EASTMANCOLOR

Produzione: SILVIO CLEMENTELLI PER CLESI CINEMATOGRAFICA, VERONA PRODUZIONE

Distribuzione: CIC - DURIUM HOME VIDEO - WARNER HOME VIDEO (GLI SCUDI)

NOTE
- GLI ESTERNI DEL FILM SONO STATI GIRATI A STRESA E SUL CONFINE ITALO-SVIZZERO.
CRITICA
"Satira di certa società borghese, dei suoi costumi, della sua ipocrita rispettabilità e, soprattutto, del suo attaccamento al denaro (elementi ai quali il regista controppone la sana furbizia degli umili), il film non manca di trovate comiche capaci di stimolare il riso. Certe buffonesche esagerazioni, però, tolgono credibilità sia ai personaggi, che all'insieme. Il film scade così, sovente, al livello della farsa, talvolta di gusto grossolano. Ripetizioni e pause, inoltre, rallentano il ritmo della narrazione." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 73, 1972)