La collina del disonore

The Hill

GRAN BRETAGNA 1965
Durante l'ultima guerra cinque uomini varcano i cancelli di un campo di disciplina dell'esercito inglese: Joe Roberts, condannato per aver picchiato un ufficiale e per viltà di fronte al nemico, insieme a Jock, George, Jacko e Monty. I soldati vengono portati di fronte al sergente maggiore Wilson, il vero padrone del campo, e poiché il comandante, debole ed inetto, si disinteressa di loro, vengono affidati al sergente subalterno Williams, un vero carnefice. I nuovi prigionieri vengono sottoposti all'inumana tortura della collina di sabbia, e George, il più debole di tutti, finisce per soccombere a causa del bestiale trattamento. Joe Roberts, com'è nel suo diritto, vuole denunciare Williams per omicidio; ma il medico tentenna vilmente ed i compagni di prigionia si rivoltano contro di lui per timore di ulteriori e più feroci rappresaglie. Roberts comprende allora che ogni speranza è perduta.
SCHEDA FILM

Regia: Sidney Lumet

Attori: Sean Connery - Joe Roberts, Harry Andrews - Sergente maggiore Bert Wilson, Ian Bannen - Charlie Harris, Alfred Lynch - George Stevens, Ossie Davis - Jacko King, Roy Kinnear - Monty Barlett, Jack Watson - Jock McGrath, Michael Redgrave - Medico Militare, Ian Hendry - Williams, Neil McCarthy - Burton, Tony Caunter - Martin, Howard Goorney - Walters, Norman Bird - Il comandante

Soggetto: Ray Rigby, R.S. Allen

Sceneggiatura: Ray Rigby

Fotografia: Oswald Morris

Montaggio: Thelma Connell

Scenografia: Herbert Smith

Costumi: Elsa Fennell

Durata: 123

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO GUERRA

Specifiche tecniche: PANORAMICA, 35 MM

Tratto da: commedia di Ray Rigby e R.S. Allen

Produzione: KENNETH HYMAN PER SEVEN ARTS PRODUCTIONS, MGM

Distribuzione: METRO GOLDWYN MAYER - MGM HOME ENTERTAINMENT

NOTE
- PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA AL FESTIVAL DI CANNES 1965.

- VINCITORE AL LOCARNO FESTIVAL CULT FILMS 1997 DEL PREMIO 'WOODY ALLEN'.

- ARRANGIAMENTI MUSICALI DI CRISTOBAL SANCHEZ ASENSIO.
CRITICA
"Un film indubbiamente coraggioso per la sua denuncia di certi disumani metodi disciplinari in vigore nelle armate anglosassoni. Tuttavia, tale denuncia si esaurisce in realtà nella rappresentazione di un numero indescrivibile di violenze a cui vengono sottoposti i reclusi, che indubbiamente rallenta il ritmo del racconto e lo priva sensibilmente del suo vigore. Solo nell'ultima parte il film raggiunge momenti autenticamente drammatici, anche per merito dell'interpretazione di un gruppo di validissimi attori. Sempre molto attenta la regia che si è giovata di una plastica fotografia in bianco e nero e che si è invece privata della parte musicale affidando assai efficacemente ai soli rumori di scena l'eloquente commento all'azione." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 58, 1965)

"Angoscioso dramma, per la veirtà pure un po' barboso, di Sidney Lumet, che spara micidiali bordate contro il disumano trattamento riservato ai prigionieri di guerra. Per chi guarda, far lega con quei poveracci costretti a una maratona senza uscita è fin troppo facile, immagini crude, una fotografia (in bianco e nero), impeccabile, attori di grande classe e impeccabile sobrietà, tra cui si staglia l'affascinante neo 007 Sean Connery". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 7 luglio 2000)