Ninì Tirabusciò la donna che inventò la mossa

ITALIA 1970
Maria Sarti, una giovane romana che recita in piccoli teatri all'aperto, sogna di diventare una vera attrice di prosa. Dopo alcune infelici esperienze - dapprima con un attore di varietà poi in una compagnia di napoletani che recitano Shakespeare in dialetto - è costretta dalla fame a improvvisarsi cantante in un cabaret di Napoli. Inventrice della "mossa" - un movimento d'anca che manda in visibilio un pubblico di provinciali - Maria scandalizza i benpensanti e subisce un processo per oscenità dal quale esce assolta. Trasferitasi poi a Torino, diventa il richiamo della "buona società", fa innamorare di sé un giovane ufficiale e sfida a duello una dama dell'aristocrazia. Sempre in cerca del vero amore - s'era innamorata al principio della carriera di Antonio, un povero pianista di idee socialiste, poi emigrato in America - Maria si unisce infine a un gruppo di futuristi, salvo abbandonarli, delusa, per ripetere, di fronte ai soldati in partenza per il fronte, la "mossa" che l'a resa celebre.
SCHEDA FILM

Regia: Marcello Fondato

Attori: Monica Vitti - Maria Sarti / Ninì Tirabusciò, Pierre Clémenti - Poeta futurista, Peppino De Filippo - Commissario di Polizia, Gastone Moschin - Delegato di Polizia, Carlo Giuffré - Antonio, il musicista, Sylva Koscina - Baronessa Val d'Arno, Salvo Randone - Baby Marini, Nino Taranto - Ciccio, l'illusionista, Ennio Balbo, Lino Banfi, Marisa Merlini, Claude Rich, Fanfulla

Soggetto: Marcello Fondato

Sceneggiatura: Marcello Fondato

Fotografia: Carlo Di Palma

Musiche: Carlo Rustichelli

Montaggio: Sergio Montanari

Scenografia: Flavio Mogherini

Costumi: Adriana Berselli

Durata: 126

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: PANORAMICA TECHNICOLOR

Produzione: SILVIO CLEMENTELLI PER CLESI CINEMATOGRAFICA

Distribuzione: EURO INTERNATIONAL FILMS - GOLDEN VIDEO

NOTE
- DAVID DI DONATELLO 1971 PER MIGLIORE ATTRICE A MONICA VITTI.

- AIUTO REGISTA; STEFANO ROLLA.
CRITICA
"La commedia se non è sempre tesa nelle situazioni e nel dialogo decade dalla propria funzione o di satira o di divertimento, o da entrambe, come in questo caso. Le ripetizioni e la monotonia predominano, nella stanchezza della sceneggiatura e della regia." (Giacomo Gambetti, "Bianco e Nero", 11/12 1970)

"Ispirandosi alle tragicomiche vicende dell'autentica sciantosa Maria Campi, l'elegante Marcello Fondato disegna un divertente e garbato ritratto dell'Italia del primo novecento, lasciando timidamente sullo sfondo le lotte di classe. Monica Vitti, divincolatasi dalle spire mortali di Michelangelo Antonioni, dà sfogo con eccessivo brio alla ritrovata libertà". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 2 luglio 2002)