Tutti figli di mammasantissima

ITALIA 1973
Bug Morano, boss di Chicago d'origine sicula, ha due avversari: un certo Puddu Campolia, che fa eliminare con facilità a New York da suo fratello, Lupo; e il "Reverendo", capo di una banda di irlandesi, che, nella stessa Chicago, gli fa concorrenza tanto nel settore delle case da gioco, che nel contrabbando degli alcolici. Mentre la guerra con gli irlandesi è in pieno sviluppo; raccomandato dal curato di Sette Cannoni, giunge il giovane Salvatore Mandolea, ricco di idee, deciso a divenire in breve un "mammasantissima" e abile nel maneggiare mitra o lupara. Il contributo dell'aspirante mafioso, per vincere il "Reverendo" sarebbe decisivo, se non intervenisse il geloso e incapace Lupo. Quando la battaglia tra Bug e il "Reverendo" diviene frontale e senza appello, Salvatore si innamora di Santuzza, figlia di Bug, la rapisce e la sposa. Con la preziosa consorte, poi, si intromette tra i litiganti, divenendo il riverito capo dei due clan.
SCHEDA FILM

Regia: Alfio Caltabiano

Attori: Pino Colizzi - Salvatore Mandolea, Ornella Muti - Santuzza, Alfio Caltabiano - Bug Morano, Luciano Catenacci - Il "Reverendo", Tano Cimarosa - Puddu Campolia, Furio Meniconi, Rina Franchetti, Giuseppe Colombini, Brenda Wilde, Christa Linder

Soggetto: Alfio Caltabiano

Sceneggiatura: Sandro Continenza, Alfio Caltabiano

Fotografia: Guglielmo Mancori

Musiche: Maurizio De Angelis, Guido De Angelis

Montaggio: Antonietta Zita

Scenografia: Giacomo Calò Carducci, Franco Bottari

Costumi: Enrico Sabbatini

Altri titoli:

Italian Graffiti

Durata: 102

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: CINESCOPE, EASTMANCOLOR

Produzione: OCEANIA P.I.C.

Distribuzione: TITANUS, DVD: 01 DISTRIBUTION HOME VIDEO (2009)

CRITICA
"Il lavoro si inserisce tra le rievocazioni delle fosche imprese delittuose compiute da cosche mafiose nell'America del proibizionismo, con il solo intento di ricavarne occasione per risate che dovrebbero nascere dai lunghi pugilati, dalle battute volgari, dalle classiche accelerazioni dei movimenti e soprattutto dalla inettitudine dei maggiori protagonisti. L'obiettivo comico è certamente centrato, pur rimanendo a notevole distanza dal prodotto umoristico di classe." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 76, 1974)