I DIECI GIORNI CHE SCONVOLSERO IL MONDO

Il giornalista americano John Reed e la sua donna Louise Bryant, dopo una contrastata partenza dagli Stati Uniti, si trovano immersi nella fase finale (gli ultimi dieci giorni appunto) della rivoluzione russa dell'ottobre 1917, deciso lui a realizzare sull'avvenimento un rèportage progressista: prima sull'inutile resistenza dell'armata russa, sterminata dal freddo, dalla fame e dai cannoni dentro le altrettanto inutili trincee, livide nella morsa del gelo, poi - per accenni alquanto sardonici, comunque espressivi - sull'inettitudine del governo provvisorio di Kerenski e dei suoi, per finire trionfalisticamente con l'assalto al Palazzo d'inverno, il cannoneggiamento dell'incrociatore Aurora, la fuga di Kerenski e la conquista del potere da parte delle forze rivoluzionarie al comando di Lenin, in uno sventolio di bandiere rosse.