Incontri ravvicinati del terzo tipo

Close Encounters of the Third Kind

USA 1977
Negli Stati Uniti, dopo un primo avvistamento di UFO e la raccolta delle prove tangibili della loro esistenza, il Governo decide di tentare il contatto con gli occupanti le navette spaziali. A tale scopo, sotto la direzione dello specialista ufologo francese Claude Lacombe, predispongono una piattaforma presso la Torre del Diavolo, un'isolata montagna del Wyoming, ne evacuano la popolazione per ragioni di sicurezza senza dare spiegazioni. Mentre il progetto Mayflower procede, nella zona di Muncie, nell'Indiana, gli Ufo appaiono di nuovo. Tra le persone più colpite dall'apparizione c'è la giovane Jillian Guiler, cui gli extraterrestri rapiscono il figlio Barry, e l'elettrotecnico Roy Neary. Questi per via delle sue reazioni incomprensibili, spinge sua moglie Ronnie con i tre figli ad abbandonarlo. Poi, con Jillian, sale sulla Torre del Diavolo per assistere al mirabolante "rendez-vous" fatto in base a suoni e luci. Dalla nave spaziale scendono diverse persone scomparse nel passato; riappare il piccolo Barry. Sulla nave salgono, per stabilire un contatto lungo e costruttivo, alcuni scienziati e lo stesso Roy.
SCHEDA FILM

Regia: Steven Spielberg

Attori: Richard Dreyfuss - Roy Neary, François Truffaut - Claude Lacombe, Teri Garr - Ronnie Neary, Melinda Dillon - Jillian Guiler, Bob Balaban - David Laughlin, J. Patrick McNamara - Capo del progetto, Warren J. Kemmerling - Wild Bill, Roberts Blossom - Contadino, Philip Dodds - Jean Claude, Cary Guffey - Barry Guiler, Shawn Bishop - Brad Neary, Adrienne Campbell - Sylvia Neary, Justin Dreyfuss - Toby Neary, Lance Henriksen - Robert, Merrill Connally - Capo del gruppo, George Di Cenzo - Maggiore Benchley, Gene Dynarski - Ike, Mary Gafrey - Signora Harris

Soggetto: Steven Spielberg

Sceneggiatura: Steven Spielberg, John Hill - non accreditato, Jerry Belson - non accreditato, Hal Barwood - non accreditato, Matthew Robbins - non accreditato

Fotografia: Vilmos Zsigmond, Douglas Slocombe - scene girate in India, William A. Fraker - scene addizionali

Musiche: John Williams

Montaggio: Michael Kahn

Scenografia: Joe Alves

Arredamento: Phil Abramson

Costumi: James Linn

Effetti: Roy Arbogast, George Polkinghorne, Douglas Trumbull, Kevin Pike - non accreditato, Robert Swarthe, Future General Corporation

Altri titoli:

The Close Encounters of the Third Kind

Watch the Skies

CE3K

Durata: 135

Colore: C

Genere: AVVENTURA DRAMMATICO FANTASCIENZA

Specifiche tecniche: PANAVISION - METROCOLOR

Produzione: COLUMBIA PICTURES CORPORATION, EMI FILMS

Distribuzione: CEIAD (1978) - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO, L'UNITA' VIDEO (WINNERS, SPEAK UP) - LASERDISC: COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO, DVD E BLU-RAY: SONY PICTURES HOME ENTERTAINMENT (2007)

NOTE
- DOPO SOLO DUE ANNI SPIELBERG HA PRESENTATO UNA RIEDIZIONE "CORRETTA E MIGLIORATA".

- PREMI: OSCAR 1978 PER MIGLIORE FOTOGRAFIA; DAVID DI DONATELLO 1978 PER MIGLIOR FILM STRANIERO (JULIA E MICHAEL PHILLIPS).
CRITICA
"(...) Non è la prima volta che movimenti di pensiero o orientamenti di opinione pubblica occasionati da un film si rivelino più interessati e più incisivi del film stesso. L'opera di Spielberg ha senza dubbio i suoi pregi spettacolari e magari esterici, ma resta un esercizio calligrafico piuttosto superficiale. Più che una problematica, presenta una situazione-tipo; procede per assiomi, descrive ma non dimostra nulla. Ci racconta che gli extra-terrestri sono nostri amici, che arriveranno tra noi a recarci un messaggio di pace, che vorrano trovarci uniti e fratelli. Oggettivamente si tratta senza dubbio della risposta ad alcune attese degli uomini del nostro tempo, che volgendo gli occhi al futuro sono troppo spesso indotti dalla pubblicistica corrente e dalla cultura dominante a colorarlo di fosche tinte, a sottolinearne le prospettive più drammatiche. C'è uno spazio fortemente individuale, nelle aspirazioni dell'umanità, che abitualmente non viene colmato. E' quello della fiducia, della speranza, della consapevolezza che i destini degli uomini non possono ridursi nel ristretto circuito delle angoscie esistenziali e delle contrapposizioni sociali. Si cerca qualcosa, si tenta di dare un volto a questo qualcosa prendendo i connotati in prestito da fonti diverse. (...)". (Sergio Trasatti, 'L'Osservatore Romano')