Vergogna in sala. Ovvero Shame, il film-scandalo di Venezia (era in concorso) è probabilmente tra le novità più attese del weekend, non solo per la scabrosità di alcune sequenze e il tanto chiacchierato nudo frontale del protagonista, Michael Fassbender (bravissimo e Coppa Volpi alla Mostra). Ma per l'elogio quasi unanime della critica. La storia: il 30enne newyorchese Brandon sta cercando di curare la sua logorante dipendenza sessuale, ma l'arrivo della sorella minore nel suo appartamento rischierà di mandare all'aria i suoi propositi. Era a Venezia (sempre in gara) anche La talpa di Tomas Alfredson, adattamento dell'omonimo romanzo di John Le Carré. Spy-story d'impianto classico, con cast superlativo (ci sono Gary Oldman, Colin Firth e Mark Strong tra gli altri). Siamo in piena guerra fredda - è il 1973 - e le relazioni internazionali tra i paesi dei due blocchi sono compromesse. Anche la sicurezza del Regno Unito e dei suoi servizi segreti sembra in pericolo da quando tra i suoi vertici si è infiltrata una spia sovietica. Toccherà a un vecchio agente in pensione scoprirne l'identità. Era al Festival di Roma - fuori concorso - invece L'industriale di Giuliano Montaldo, un dramma molto cupo sull'odierna crisi economica italiana. Ambientato in quella che il regista definisce "la nostra Detroit", Torino, L'industriale del titolo si riferisce al personaggio di Pierfrancesco Favino, Nicola Ranieri, proprietario di una fabbrica di pannelli fotovoltaici sull'orlo della bancarotta: strangolato dai debiti e dalle banche, tenterà di risolvere i problemi senza troppi scrupoli, così come sono le finanziarie che lo vorrebbero sul lastrico. Assediato dagli operai, che lo pressano per conoscere il loro destino, e in attesa di risposta per una collaborazione con una compagnia tedesca, Nicola avverte che il dramma della crisi si sta estendendo anche in famiglia: Laura, sua moglie, è sempre più distante e lui si è accorto che la sta perdendo. Nel cast anche Carolina Crescentini e Francesco Scianna. Fa denuncia la docu-fiction L'era legale di Enrico Caria, che racconta una Napoli senza mafia, montagne di immondizia nè malavita di alcun tipo. Ovviamente la Napoli del 2020. Con Renzo Arbore e Isabella Rossellini. Dall'America arriva anche L'incredibile storia di Winter il delfino in 3D che ha già commosso grandi e piccini oltreoceano. La pellicola, diretta da Charles Martin Smith, è ispirata a una storia vera accaduta in Florida qualche anno fa: un giovane delfino resta incastrato in una trappola per granchi, danneggiando seriamente la propria coda. Viene soccorso e trasportato al Clearwater Marine Hospital, dove viene chiamato “Winter”. Senza coda, la situazione è disperata. Ci vorranno l'esperienza di un appassionato biologo marino, l'ingegnosità di un brillante medico esperto in protesi, e la ferma devozione di un giovane ragazzo per compiere un miracolo di innovazione, che salverà la vita sua, e non solo: la coda bionica. Il vero Winter interpreta se stesso nel film. Con lui, nel cast, Morgan Freeman, Harry Connick Jr., Ashley Judd, Nathan Gamble, Cozi Zuehlsdorff e Kris Kristofferson.
Sempre dagli States arrivano l'horror prodotto da Guillermo Del Toro, Non avere paura del buio di Troy Nixey, con Katie Holmes, Guy Pearce. La trama: la piccola Sally si trasferisce da Los Angeles a Blackwood Manor, la nuova casa del padre Alex, dove lui vive con la compagna Kate. La bambina soffre di uno stato d'ansia provocato dalla separazione dei suoi genitori, non accetta la nuova sistemazione e tanto meno la presenza di Kate, che a sua volta cerca invece il modo per andare d'accordo con lei. Ben presto, la bambina scopre che all'interno dell'edificio - una grande casa del XIX secolo, che Alex e Kate stanno restaurando per poi rivenderla e che è appartenuta al celebre illustratore Emerson Blackwood, scomparso misteriosamente - vivono delle antiche creature misteriose che la invitano a unirsi a loro.
Strane sono anche le creature che popolano Succhiami, parodia demenziale della saga e dei personaggi di Twilight, mentre di ben altro tenore è la storia raccontata ne La chiave di Sara di Gilles Paquet-Brenner: ambientato a Parigi, nella notte del 16 luglio 1942, quando gli ebrei vengono arrestati e ammassati al Velodromo d'Inverno per poi essere deportati nei campi di concentramento nazisti. Tra loro c'è la piccola Sara Starzynski, che ha solo dieci anni e che è riuscita a nascondere il suo fratellino Michel in un armadio prima dell'arrivo della polizia, promettendogli che un giorno sarebbe tornata. A sessant'anni di distanza, la giornalista americana Julia Jarmond - sposata con il francese Bertrand e che vive in Francia da vent'anni - viene incaricata di realizzare un reportage sul rastrellamento. Quando Julia scopre che la casa in cui sta per trasferirsi è la stessa in cui viveva la famiglia di Sara, si convince che la bambina è sopravvissuta allo sterminio e per questo decide di seguirne le tracce. L'esame degli archivi, le interviste ai testimoni e le ricerche dei sopravvissuti faranno conoscere a Julia nuovi e sconosciuti aspetti della Francia e del suo popolo, portando alla luce anche singolari risvolti della sua stessa esistenza. Nel cast Kristin Scott Thomas e Mélusine Mayance.