“Dietro al libro, c’è un grande lavoro di ricerca. Negli anni, ho sempre seguito la regista Jane Campion, da Cannes a Venezia. Nel suo cinema, l’antropologia è il centro. Ha studiato la materia in Nuova Zelanda, poi è andata a Sidney per sviluppare una cultura artistica. La scuola di cinema è arrivata verso i ventisei anni. È stato il frutto di un lungo percorso”. Così Anita Trivelli, autrice conosciuta per i suoi saggi, frutto degli studi condotti sul cinema sperimentale e di ricerca, presenta il suo ultimo libro: Il cinema di Jane Campion dai cortometraggi a Top of the Lake, edito dalle Edizioni Fondazione Ente dello Spettacolo. Modera il critico cinematografico Nico Parente. L’incontro si svolge nello Spazio FEdS, allestito presso la Sala Tropicana 1 dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia.

“Ho iniziato con Wenders a occuparmi di cinema. E lui scriveva che è il movimento a generare emozione. Questa affermazione la si può accostare alla filmografia di Campion, con tutte le sue protagoniste alla costante ricerca di se stesse”. Il ruolo della donna è uno dei fulcri del lavoro della regista. “I suoi film sono dei viaggi non solo all’esterno, ma anche nell’anima di ogni persona”.

Le sue eroine sono ribelli, che attaccano la società maschilista e invocano la libertà. “Campion assume spesso lo sguardo delle donne per indagare la complessità delle relazioni umane. Le protagoniste hanno un rapporto conflittuale con le loro origini, e sono sempre alla ricerca di qualcosa che possa dare un senso ai loro sforzi. Devono trovare la loro identità personale”.

Per usare uno slogan: “Campion va controcorrente. Non può fornici soluzioni, ma può osservare con un occhio acuto. Non giudica mai i suoi personaggi: lei fornisce una prospettiva”.

“Il paesaggio per lei non è mai decorativo. È un personaggio, e contribuisce a creare la poesia. Incornicia le situazioni. Per esempio in Top of the Lake c’è un’immersione opaca nella Nuova Zelanda di oggi. La serie rappresenta un ritorno a casa”, spiega Anita Trivelli.

Il libro è pubblicato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo nella Collana Frames, che raccoglie opere di carattere scientifico di affermati studiosi e giovani ricercatori, e lavori di impostazione divulgativa, dizionari, testi di critici cinematografici e specialisti del settore.