“Ci piacerebbe venire a un festival e non essere noi donne una novità, una sorpresa. Dobbiamo continuare a spingere per il cambiamento, per la parità tra uomo e donna, ma non è un festival il luogo più adatto, tutto si decide già prima, al momento dei finanziamenti. Che dire, fare film è un viaggio di eroi, che è una prerogativa maschile…”. Parola dell’australiana Sue Brooks, che scrive (per la prima volta) e dirige Looking for Grace, in Concorso a Venezia 72. Nel cast la giovane Odessa Young e Radha Mitchell, entrambe presenti in Laguna, il film inquadra la 16enen Grace (Young) che decide di scappare di casa: i genitori si mettono sulle sue tracce, aiutati da un detective, ma la vita ha in serbo molte sorprese…

“La storia cresce seguendo quattro prospettive destinate a incrociarsi, interconnettersi, ma il risultato è arbitrario, perché inquadro la progettazione contrapposta al caos”, dice la Brooks, nota internazionalmente per Japanese Story del 2003, e rivela: “Da artista sento una fascinazione per il fato e il destino, e qui il paesaggio australiano permette di uscire dal caos ed avere il senso del tempo”. Aggiunge Radha Mitchell, già protagonista di Melinda & Melinda di Woody Allen: “Avverti la futilità di tutti i rapporti umani, soprattutto quelli tra uomo e donna: fai e disfi, e perché, se alla fine si muore?”.

Eppure, continua la regista, “amo i miei personaggi, i loro difetti, che sono evidenti soprattutto quando amiamo”, mentre la Mitchell evidenzia come “noi australiani siamo distaccati, non facciamo trapelare le nostre emozioni, siamo molto diversi da voi italiani”. Donne in produzione (tre), regia, sceneggiatura, fotografia e musica, ma la Brooks non ne fa una questione di genere: “le ho scelte perché brave, le più brave, non perché donne”, aggiungendo che “non dobbiamo competere, ma collaborare con gli uomini”.

Per modello e ispirazione, tra gli altri, George A. Miller e Priscilla La regina del deserto, Looking for Grace ha il proprio perno nella fuga della 16enne protagonista, ma la Young limita i parallelismi: “Certo, esistono delle analogie, entrambe siamo adolescenti, ma io non sono Grace, siamo anzi molto diverse”.