Se c’è una band destinata, al giorno d’oggi, a sfuggire alla manzoniana etichetta del chi era costui, segno inevitabile del tempo che passa e della fama mondana che tramonta, ecco, esclusi forse Beatles e Rolling Stones - entrambi ormai materia più da storia del costume che da storia della musica, - senz’alcun dubbio la band che può ambire al terzo gradino del podio è quella dei Queen.

Così, per la gioia dei fan italiani del complesso, nei giorni del 16, 17 e 18 marzo e grazie alla distribuzione curata da Microcinema, giunge in sala il film Queen Rock Montreal, registrazione del concerto tenuto dalla band britannica al Forum di Montreal il 24 novembre del 1981, parte del gigantesco tour nordamericano tenuto dal gruppo in quell’anno per la promozione dell’album The Game.

Restaurato per l’occasione, dal 35 mm all’Ultra HD, dalla pellicola al digitale, tutto il calore live sprigionato dal gruppo risalta lungo tappe imprescindibili nella discografia del gruppo, tra autentici inni da stadio come We Will Rock You e We Are The Champions, e altri cavalli di battaglia come Somebody to love o Crazy Little Thing Called Love sino ai singoli macinaclassifiche del calibro di Another One Bites The Dust. Il gruppo, considerato qui all’apice della forma, regala una performance scintillante: le prodezze vocali e l’istrionismo di Freddie Mercury sono come sempre supportati ottimamente dal basso pulsante di Deacon e dalle ritmiche debordanti di Roger Taylor alla batteria, per finire col solito Brian May alle prese con eleganti staffilate di chitarra elettrica.

Che dire? Passaggio in digitale a parte, le luci, l’atmosfera, il sex-appeal e l’esaltazione edonistica sono quelli degli anni ottanta, laddove crisi economica e paranoia da aids sono ancora concetti imprevedibili e inconcepibili. Nati in seno ai ruggenti seventies, quando l’eco dei boati del ’68 aleggiava ancora per l’Europa, i Queen hanno forse rappresentato meglio di ogni altro l’utopia felice del decennio successivo, con tutto il suo evanescente ottimismo e la sua voglia di divertirsi, e hanno traghettato la durezza del rock verso i lidi soleggiati della disco music e del pop d’autore (motivo per il quale i duri e puri del rock non li hanno mai veramente amati), ma aprendosi a uno sperimentalismo e a un senso della contaminazione che la musica leggera raramente aveva visto in precedenza (motivo per il quale la loro fama divenne planetaria e perdura tuttora).

Queen Rock Montreal, dunque: the Show must go on. La Regina è morta, viva la Regina.