“Che cosa succederebbe se la persona che ami morisse tra le tue braccia? Questa è la premessa da cui siamo partiti. Poi abbiamo cominciato a scrivere e ci è venuta l’idea che la protagonista potesse essere una transgender. Sono tornato a Santiago (vivevo a Berlino) e ho incontrato molti transessuali, per comprendere il loro modo di vivere”. Il regista Sebástian Lelio presenta Una donna fantastica a Roma. Il film uscirà nelle sale italiane il 19 ottobre, distribuito da Lucky Red.

      Sébastian Lelio - Foto Pietro Coccia

“Quando ho visto per la prima volta Daniela Vega, la protagonista, ho capito che era la mia musa, anche lei transgender. Ha cambiato la mia vita. Sono rimasto molto affascinato da lei e raccontare questa storia mi sembrava una magnifica sfida. Le ho subito voluto bene e siamo diventati amici: ci siamo sentiti su Skype per oltre un anno e mi ha aiutato a terminare la sceneggiatura”.

Una donna fantastica è la storia di Marina, una donna che un tempo si chiamava Daniel. È giovane, attraente e innamorata di un uomo molto più vecchio, di nome Orlando. Una sera, il suo principe azzurro ha un malore e, dopo una corsa in ospedale, muore lasciandola sola. Marina deve confrontarsi con la sua natura e con la famiglia di Orlando, che vuole liberarsi di lei senza farla venire in chiesa per i funerali.

“Daniela Vega recitava sul palcoscenico, ma non aveva mai preso parte a un film così importante. Lei è un’artista nata, una forza della natura. Prima non la conosceva quasi nessuno, adesso è una figura pubblica. La società cilena è pronta ad accettare un transessuale e, guidando per Santiago, si vedono cartelloni pubblicitari giganteschi con il suo nome sopra. Prende anche parte ad alcuni programmi radiofonici”, spiega Lelio.

Il problema della sessualità e il rifiuto del diverso sono i temi centrali di Una donna fantastica. “Questo è un film sui limiti dell’empatia, su cosa siamo disposti a concedere agli altri. Volevo interrogarmi su chi ha veramente il diritto di giudicare la bontà di una relazione amorosa. La famiglia? L’ex moglie? Forse nessuno. Quale realtà siamo disposti ad accettare?”. Marina risponde con una grande forza interiore e trova il suo rifugio nella lirica. “La musica è qualcosa di intimo. Daniela Vega è una cantante d’opera, così abbiamo lasciato perdere le canzoni popolari e ci siamo concentrati sulle sue straordinarie capacità”.

Una donna fantastica ha vinto l’Orso d’Argento per la Migliore Sceneggiatura al Festival Di Berlino, e Lelio lo descrive come un film trans-genere: “è romantico, ha le sfumature da thriller e a un certo punto diventa anche un ghost movie. Non volevamo creare qualcosa di facilmente etichettabile, perché doveva avere più identità come la nostra protagonista”.

Chi è davvero Marina? È una donna unica, non per il suo travaglio interiore, ma per la costanza con cui continua a cercare se stessa nell’incubo del quotidiano. “La normalità è qualcosa che ci tiene al sicuro, che ci fa sentire pigri. I cambiamenti vanno oltre quell’invenzione politica chiamata omologazione. I potenti cercano di raggruppare in schemi milioni di caratteri diversi, che non possono essere catalogati perché unici. Io credo nel diverso”.