Dove finisce la realtà e dove inizia la rappresentazione? L'eterna domanda della storia dell'arte teatrale (e cinematografica) viene declinata nel mockumentary UnoNessuno in una profonda esplorazione dell'animo e delle emozioni dei giovanissimi attori del corso di recitazione della Scuola Gian Maria Volonté. Daniele Vicari, Paolo Giovannucci e Imogen Kusch codirigono un'opera affascinante, realizzata a costo zero e la cui forza evocativa è affidata solo nelle mani, nelle voci, nelle lacrime e nelle espressioni (in una parola: nell'animo) dei suoi interpreti. Tanto che personaggi e attori rischiano di confondersi e di smarrire il punto di equilibrio, sacrificato sull'altare della nobile (e faticosa) arte della recitazione.

Paolo Giovannucci è Giovannetti, un coach che tiene un laboratorio per attori in una scuola di cinema. A partire da una pièce teatrale ambientata in una fabbrica, ciascun attore deve costruire e interpretare il personaggio di un operaio o di un impiegato. Ferretti (sempre Giovannucci, o Giovannetti che dir si voglia) è il loro datore di lavoro, ma la crisi economica lo costringe a dover scegliere di licenziare uno dei dipendenti. Così ogni singolo operaio e impiegato viene convocato per dimostrare quanto è indispensabile all'azienda. Ogni personaggio si ritrova così al centro di un'indagine che con il passare dei giorni diventa sempre più spietata e personale. Gli operai e gli impiegati si confondono sempre di più con gli attori che li interpretano, così come il coach e il datore di lavoro diventano quasi un'unica figura ambigua, che spinge al limite l'emotività degli interpreti, con esercizi che minano le loro certezze. La realtà diventa un'unica cosa con la fantasia, e la messa in discussione del posto di lavoro dei personaggi della pièce diventa sostanzialmente una crudele valutazione dell'idoneità degli attori a far parte del corso di recitazione. Fino a quando uno degli attori non si ribella con un gesto estremo...

"La Scuola Gian Maria Volonté è un'istituzione pubblica e gratuita che si basa sui finanziamenti del Fondo sociale europeo - spiega Daniele Vicari presentando UnoNessuno - Vi si accede per concorso, e per iscriversi bisogna essere disoccupati iscritti al centro per l'impiego: la finalità della scuola è proprio quella di insegnare un mestiere con le sue tecniche specifiche e di inserire gli allievi nel mondo del lavoro. Gli studenti sono tutti molto giovani, tra i 19 e i 29 anni". "La scuola - prosegue Vicari - organizza degli stage, impostati fin dal primo giorno sul tema del lavoro: esprimere se stessi attraverso ciò che si fa è un'esperienza fondamentale. UnoNessuno è proprio il frutto dello stage degli studenti a conclusione del biennio 2013-2015: è un film dal linguaggio ibrido, in cui la realtà entra prepotentemente nella finzione: per dare un nome a questo genere, potremmo dire che si tratta di un mockumentary, un finto documentario".

"Gli esercizi di recitazione che i personaggi-attori compiono nel film, come quello in cui oltrepassando una linea disegnata sul pavimento entrano ed escono dal proprio ruolo di operaio o impiegato nella pièce - spiega Simone Corbisiero, uno degli studenti protagonisti di UnoNessuno - sono gli stessi che abbiamo fatto alla Scuola Gian Maria Volonté". "Lo stage e il film ci hanno insegnato a giocare con le emozioni - fa eco Michela Anette Hickox - È una disciplina che va allenata costantemente". "UnoNessuno ci ha fatto toccare con mano il rischio di superare il limite" spiega Marta Anna Borucinska. "Il tema del film è quello del mettersi in gioco, di oltrepassare la linea - conclude Alessandro Bertoncini - Con questo stage abbiamo capito che per essere un buon attore bisogna anche essere una persona onesta".

Il tema del lavoro è il cuore pulsante di UnoNessuno, secondo Vicari: "Abbiamo scelto di parlare di lavoro perché sarà qualcosa di fondamentale nella vita di questi ragazzi. Sul lavoro si può costruire una società sana".

Il film verrà distribuito liberamente in rete.