“Stavamo scrivendo una commedia romantica con Carla Vangelista, ma ci mancava il nesso nel presente: l’abbiamo trovato grazie a Internet, Carla mi ha fatto vedere un video del life coach americano Anthony Robbins e m’ha detto: ‘Quello è il tuo personaggio!’. Un life coach, un figlio fortunato della crisi, che si propone quale soluzione. Ed è una figura che il nostro cinema non ha mai trattato…”.

Parola di Silvio Muccino, che firma la sua terza regia con Le leggi del desiderio, dal 26 febbraio al cinema in 400 copie targate Medusa. Nel film, Muccino jr. interpreta Giovanni Canton, carismatico e spregiudicato trainer motivazionale che in sei mesi, questa la sua sfida, porterà tre persone a raggiungere i propri desideri: una scrittrice erotica mai pubblicata (Carla Signoris), un disoccupato 60enne (Maurizio Mattioli), una bella e fragile editor (Nicole Grimaudo)…

“Un film romantico, positivo e pieno di speranza in cui credo molto”, lo definisce Muccino, lusingato dal sentirsi definire ‘l’ultimo dei romantici’: “Oggi il life coaching è una moda assoluta, ma la gente ha bisogno di qualcuno che le indichi la strada. Una volta lo facevano gli sciamani, oggi i coach…”.

Per Nicole Grimaudo “i ruoli femminili sono pieni, ricchi e carichi come in Italia succede di rado: siamo alle solite, compagne, fidanzate….”.

Conclude Muccino, tornato dietro la macchina da presa a cinque anni di distanza da Un altro mondo: “L’unico lusso che mi concedo nella mia vita è aspettare il ruolo giusto, quello in cui sento di poter fare qualcosa. Soprattutto, amo la regia, la trovo stimolante, poter passare la palla agli attori, farmi nutrire dal loro talento... Sì, amo fare il regista, e volevo che Le leggi del desiderio fosse un film spettacolare”.