Partecipare a numerosi festival internazionali, vincere (Grand Prix d'Annecy Cinéma Italien 2003; Gran Premio della Giuria al Festival du Film Belfort Entrevues; Premio Speciale della Giuria - Alexander d'Argento al Festival di Salonicco), riscuotere consenso di pubblico e critica non è condizione necessaria e sufficiente perché un film possa trovare distribuzione nelle sale, almeno in Italia. È il caso de Il dono di Michelangelo Frammartino, che si è aggiudicato l'ennesimo riconoscimento con il Premio Casa Rossa della 22ª edizione di Bellaria Film Festival. Qui abbiamo incontrato il 36enne regista milanese (di origini calabresi), all'esordio nel lungometraggio, dopo una lunga esperienza di corti e video-installazioni.

Molti sono scettici sulle possibilità di un budget ridotto: quanto è costato Il dono?
Il film è molto povero: quando ho presentato il vhs all'Infinity Festival 2003, avevo speso 5.000 euro di tasca mia, il "prodotto finito" è costato complessivamente 25.000 euro, gran parte dei quali andati per il "gonfiaggio" da 16 a 35 mm. Per contenere i costi sono ricorso a tutti gli aiuti possibili: attraverso la cooperativa da me fondata ho potuto avere la pellicola a un prezzo vantaggioso; la Scuola Civica di Milano mi ha prestato la cinepresa 16mm; Lab80 e Rai Cinema hanno contribuito acquistando il film a scatola chiusa, mentre Italia Cinema mi ha sostenuto per la promozione e non solo. Questo budget ridotto all'osso si spiega, inoltre, con la scelta di non impiegare luci e di servirmi di una troupe composta dai miei allievi alla Scuola di Cinema di Milano, tutti esordienti nei rispettivi ruoli.

Il digitale non è quindi l'unica via da percorrere per abbattere i costi?
E' una tecnica che "conviene" realmente solo quando si tratta di produzioni con un budget prossimo allo zero. L'equazione "digitale - costo zero" è sorretta in gran parte da logiche promozionali. Poi va sottolineato come, soprattutto in Italia, non si stia utilizzando il digitale ma il video: non esiste ancora un'estetica del digitale.

Per Il dono hai utilizzato i soldi del premio vinto con un cortometraggio proprio a Bellaria: un'esperienza che si ripeterà con il tuo prossimo progetto?
Tra una settimana torno a Caulonia per effettuare dei sopralluoghi: mio nonno (ndr. Angelo Frammartino, protagonista de Il dono) preme perché giri un altro film con lui- La storia è focalizzata sul rapporto tra un uomo anziano e il figlio disabile, da cui emerge una conflittualità tragica e talvolta tragicomica. Questo film nasce in seguito all'interruzione di un progetto d'ambientazione milanese, i cui costi avrebbero limitato troppo la mia indipendenza produttiva.