“Non so bene di che parli The Lobster, non l’ho ancora visto. So solo che dopo averlo letto mi era rimasta dentro una cosa, il senso di solitudine che veicola”. Così Colin Farrell, protagonista di The Lobster, il nuovo film del greco Yorgos Lanthimos in Concorso a Cannes 68.

Girato in lingua inglese, nel cast anche Rachel Weisz, John C. Reilly, Léa Seydoux e Ben Whishaw, si concentra su un futuro distopico in cui gli adulti single vengono rinchiusi in un hotel per trovare un partner compatibile: altrimenti, verranno trasformati in animali e liberati nella foresta.

Continua Farrell, “avevo visto Dogtooth di Lanthimos, due anni prima di leggere questo script: anche allora ero rimasto insieme disturbato e commosso dalla visione. E’ un film, questo, che non ho ancora capito: averlo fatto non significa che ne sappia più io di un qualsiasi spettatore”. Più sicura del significato di The Lobster è Rachel Weisz, che rivela: “Il film mi fa pensare al narcisismo, il fatto che tu debba innamorarti di qualcuno con qualità simili alle tue. Penso che spesso l’amore possa essere un po’ narcisistico”.

Sulle possibili influenze cinematografiche di The Lobster, da Her di Spike Jonze a Fahrenheit 451 di Truffaut, Lanthimos non raccoglie analogie: “Ho cercato di tenerle lontane dal film”. Che, continua, vuole essere “una storia sull’amore, senza essere una convenzionale storia d’amore: racconto i terribili effetti della solitudine, la paura di morire da soli, la paura di vivere da soli e, soprattutto, la paura di vivere con qualcuno”.