“Quest’anno sono molto felice di poter inaugurare una retrospettiva su Brian De Palma. Il suo cinema ha emozionato almeno tre generazioni di spettatori. È un grandissimo autore, che non sappiamo se potrà essere presente perché ha appena finito di girare il suo nuovo film Domino”. Emanuela Martini, direttrice del TFF, presenta la trentacinquesima edizione del Torino Film Festival.

“La guest director sarà Asia Argento, che ha organizzato una sezione chiamata AmeriKana, dove l’attrice e regista ci racconterà la sua America. Viene a Torino per parlare di cinema, non terrà conferenze stampa e non risponderà a domande che non riguardano questa grande passione”. La figlia del maestro dell’incubo italiano Dario Argento è in prima linea per difendere le vittime dello “scandalo molestie” che sta investendo Hollywood e non solo.

“Il presidente della giuria del Concorso sarà Pablo Larraín, il regista di Neruda e Jackie. Il Festival apre con Finding Your Feet (Ricomincio da me) di Richard Loncraine e chiude con The Florida Project di Sean Baker”. E sul Gran Premio Torino: “Abbiamo deciso di darlo al musicista Pino Donaggio. Dopo una carriera prima classica e poi pop, è diventato una delle figure più importanti nel panorama internazionale della musica per il cinema”, aggiunge Emanuela Martini.

Il budget è di 2.040.000 euro e fa registrare un calo del 12% rispetto alla scorsa edizione. Laura Milani, presidente del Museo del Cinema di Torino, commenta: “Non si tratta di un taglio, ma di un richiamo all’efficienza. Abbiamo voluto ridurre gli sprechi, ma lo spirito non è cambiato”.

Il Concorso di Torino 35 propone quindici titoli inediti nel nostro Paese, che spaziano dall’Argentina a Hong Kong. I film sono opere prime, seconde o terze e nella selezione c’è anche un po’ di Italia: Blue Kids di Andrea Tagliaferri e Lorello e Brunello di Jacopo Quadri. Spicca anche The Death Of Stalin di Armando Iannucci, una black comedy ispirata a una graphic novel francese.

Per quanto riguarda Festa Mobile, oltre al film di apertura, “abbiamo un programma variegato: The Darkest Hour di Joe Wright, con un Gary Oldman straordinario, racconta di Winston Churchill che deve decidere se entrare in guerra o trattare la pace con i nazisti. Mary Shelley si focalizza sulla nascita di Frankenstein, e non può mancare un po’ di musica con My Life Story di Julien Temple”, continua Emanuela Martini. Ci sarà anche l’atteso Wind River di Taylor Sheridan, con Jeremy Renner.

“La notte horror e la sezione dark After Hours torneranno. Da non perdere The Disaster Artist di James Franco, la storia del dietro le quinte di The Room, definito da molti il peggior film della storia del cinema”. Infine si parla anche di futuro: “L’esperienza del TFF per me non è conclusa. Sarei felice di continuare, anche perché credo che il Festival sia cresciuto in questi anni”. Risponde Laura Milani: “Siamo molto contenti di come ha lavorato Emanuela, ma non abbiamo ancora nessuna certezza. Non posso dire nulla, solo che vogliamo portare il TFF a livelli ancora più alti”.