“Quando non si assumono le proprie responsabilità in tempo accettabile poi la vita sceglie per noi”. Parola di Riccardo Scamarcio, protagonista insieme a Miriam Leone del thriller Il testimone invisibile, che uscirà nelle sale il 13 dicembre (“un film di genere in contro-programmazione rispetto al prodotto che la fa da padrone nel periodo natalizio”, tiene a specificare l’attore pugliese) distribuito da Warner Bros.

Il film diretto da Stefano Mordini è un remake dello spagnolo Contratiempo di Oriol Paulo e racconta la storia di Adriano Doria (Scamarcio), un uomo di successo, che si risveglia in una camera d’albergo accanto al corpo senza vita della sua amante (Leone). Accusato di omicidio, lui si dichiara innocente e per difendersi incarica la penalista Virginia Ferrara (Maria Paiato), famosa per non aver mai perso mai una causa.

“Ho lavorato molto sul dettaglio, controllando tutti i vari elementi che formano il racconto, e su un certo tipo di sottrazione della felicità. Non c’è niente di improvvisato nella costruzione dei personaggi”, spiega il regista che durante la messa in scena del film, girato in Trentino, ha anche lui seguito l’ammonimento dell’avvocato Ferrara: “Sono i dettagli a fare la differenza”, per dare vita ai vari punti di vista, tutti possibili, della trama.

“Questi personaggi sono portati sullo schermo con rigore formale rispettando alcuni elementi del giallo classico. Adriano Doria non è cattivo, anzi è una vittima. E’ una persona in balia di se stessa. Proprio nel momento in cui sta vivendo l’apice della sua carriera tornano gli scheletri dall’armadio a ricordargli una situazione passata perché, come si dice nel film: non c’è salvezza senza sofferenza”, dice Scamarcio per la seconda volta diretto da Mordini dopo Pericle il nero.

E Miriam Leone: “Per me è stato un privilegio lavorare insieme a questa coppia artistica. E’ bello aver scomposto le diverse facce che noi abbiamo mettendo un filo di luce nell’ombra e un filo di ombra nella luce. Ho sempre cercato di aggiungere un’innocenza nella colpevolezza, come ne La donna che visse due volte di Hitchcock. In questo caso ci sono tre versioni della verità e c’è anche il tema della scelta. Scegli una strada anziché un’altra e alla fine non puoi più tornare indietro e vai avanti fino a schiantarti”.

A proposito della sua interpretazione di avvocato super potente che mette alle strette Adriano Doria nel corso di una lunga sfida dialettica Maria Paiato dice: “Non è stato semplice perché è la prima volta che interpreto un ruolo così importante. Mi ha aiutato la mia preparazione a teatro e anche Stefano Mordini che mi ha molto seguita e accudita. Il mio personaggio ha un approccio scostante e sprezzante con Adriano Doria. Anche lei ha delle piccole crepe misteriose e usa la sua intelligenza e il suo coraggio per scoprire la verità”.

Nel cast anche Fabrizio Bentivoglio, che qui interpreta Tommaso Garri, un montanaro che si trova a dover fare i conti con una realtà molto dura: “E’ costretto a condurre da solo le indagini e compie vari accostamenti per ricostruire una possibile verità sulla morte di suo figlio. E’ autosufficiente nel farsi giustizia a fronte di una polizia reticente”.

Sui personaggi e sui riferimenti cinematografici, Stefano Mordini infine aggiunge: “Nel film Tommaso Garri cita Shakespeare dicendo che tutto il mondo è palcoscenico e che tutti gli uomini non sono che attori. Anche i miei personaggi sono così. Ognuno di loro interpreta qualcosa di diverso dal proprio personaggio. Mi sono ispirato al noir classico americano. Non si può citare Hitchcock ma è stato un riferimento per noi”.

“La bellezza di questo film è che ti porta dove meno te lo aspetti e quindi è anche intrattenimento nel vero senso del termine. E’ un’eterna sorpresa dove non sai e non ti aspetti cosa può accadere”, conclude Miriam Leone.