“La genesi del film nasce dall'intenzione di utilizzare in modi non banali questa bella zona geografica, finora sottostimata. Poi dalla possibilità di avere a disposizione due attori di assoluta affidabilità: Roberto De Francesco, con cui avevo già lavorato, e Esther Elisha, che avevo visto in Là bas –educazione criminale di Guido Lombardi. L'ambiente tutto intorno assume il ruolo di terzo protagonista, aiuta a far crescere il mistero. L'obiettivo era quello di costruire un cinema indipendente, nel senso di non avare vincoli prestabiliti, così da farlo sembrare quasi un film non italiano. Ho costruito un racconto a tratti aspro, per evitare i facili cliché”. Così Stefano Incerti presenta il suo settimo lungometraggio, Neve, che Microcinema porterà nelle sale l'11 dicembre in circa 25/30 copie.
Nel cast Roberto De Francesco e Ester Elisha nei ruoli principali, Antonella Attili, Massimiliano Gallo e Angela Pagano. Pochi attori per una storia che poggia sulla suggestione degli ambienti e delle atmosfere. Nel panorama freddo e innevato tra Ovindoli e Rocca di Mezzo, un uomo, Donato, decide di soccorrere una donna di colore, Norah, che ha visto scaricata e poi inseguita da un losco individuo. Il seguito della storia li vede ad affrontare insieme molte difficoltà.
Roberto De Francesco è Donato, l'uomo la cui vita verrà spiegata a poco a poco: “L'ambiente ci entrava nella pelle e provocava reazioni che ci suggerivano variazioni di copione. Abbiamo lavorato nella dimensione del silenzio e il non detto è stato molto creativo”. Ester Elisha è Norah, la donna che fugge da un pericolo: “Mi è piaciuto molto interpretare una donna che cercava di salvarsi da sola, artefice del proprio destino, con l'opportunità come attrice di farmi uscire dal luogo comune della prostituta”. Incerti ci tiene a ricordare Angela Pagano, attrice di scuola edoardiana, con un ruolo piccolo ma di forte intensità espressiva, e aggiunge: “Quando parliamo di esempi non italiani, devo dire che io vedo molti film, amo Aki Kaurismaki e, nell'ottica del noir, penso a un regista come Chabrol”.