Si apre stasera a Specchia (provincia di Lecce) la IX edizione della Festa di Cinema del reale: l'appuntamento - ospitato in uno dei borghi più suggestivi d'Italia, e in particolare nella corte del Castello Risolo - propone fino al 28 luglio quattro giorni all'insegna del cinema più spericolato, curioso e inventivo. Più che una rassegna, una “festa di sguardi” che, attraverso proiezioni, mostre, installazioni, incontri e musica dal vivo, vuol sostenere e promuovere le narrazioni del reale e il cinema documentario realizzati in Italia, nei Paesi del Mediterraneo e in tutto il mondo.
Autori invitati: oltre all'ospite d'onore Alexander J. Seiler ci saranno Daniele Vicari, Stefano Savona, Franco Arminio, Gustav Hofer e Luca Ragazzi, Mariangela Barbanente, Benoit Felici, Valentina Pedicini, Mario Perrotta, Chiara Idrusa Scrimieri, Cristian Sabatelli, Pippo Cariglia, Sophie e Annalisa Chiarello. Inoltre, a presentare i film di Riccardo Napolitano (1928-1993), la montatrice Carla Simoncelli, compagna del regista.
I Premi Cinema del reale, conferiti a registi, autori, produttori, distributori, operatori culturali che danno impulso alla creazione, realizzazione e diffusione del cinema del reale in Italia, saranno consegnati quest'anno dal Governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, e dalla Presidente dell'Apulia Film Commission Antonella Gaeta.
Cinema del reale è un cinema “ambulante”, senza botteghino (tutte le proiezioni sono a ingresso libero) e senza effetti speciali. È il cinema che attraversa periferie, fabbriche, deserti, mari, isole, metropoli, fiumi, terremoti, televisioni; che “si fa fuori”, per strada e ovunque, e invita le persone ad incontrarsi, a guardare i luoghi dove viviamo, le cose che succedono, raccogliendo memorie e amnesie per attraversare luci e ombre del presente, del passato, del futuro. Un cinema che dispone di limitate risorse economiche ma è dotato di grandi capacità inventive.
Crisi, amori, follie: sono le tre parole chiave dell'edizione 2012. Parole che esprimono ciò che viviamo: crisi di identità, di economia, di lavoro, di abitazione, di democrazia; amori di persone, luoghi, territori, immagini; follie di violenze, idee, reclusioni, viaggi, visioni. Parole che, insieme a molte altre, risuonano nelle immagini (non solo cinematografiche) che compongono il festival, e che fanno di “Cinema del reale” un corpo a corpo con le realtà possibili.
Dopo Agnès Varda, il grande protagonista di questa edizione sarà Alexander J. Seiler, uno dei grandi autori del documentario europeo (Palma d'oro nel 1963 con il cortometraggio A fleur d'eau) e autore legato a filo doppio al nostro Paese. Risale infatti al 1964 uno dei suoi capolavori, Siamo italiani, autentico “resoconto etnografico” sulla grande comunità di emigranti nostri connazionali, costretti a fare i conti con la discriminazione svizzera.
A dialogare con Seiler, una “pioniera” del documentario europeo, l'italiana Cecilia Mangini, amica e grande promotrice della Festa, che quest'anno presenterà Ring Sardegna, un estratto da Domani vincerò, e parteciperà all'incontro "Raccontare il territorio". Oltre al film della Mangini, anche due brevi opere firmate da due maestri, amici e sostenitori di “Cinema del reale”, da poco scomparsi: Vittorio De Seta (il cui Isole di fuoco sarà musicato dal vivo dal compositore Gabriele Panico) e Ansano Giannarelli (con una indagine del 1972 su ritmi e visioni in fabbrica: Analisi del lavoro). Un tributo particolare sarà dedicato a Riccardo Napolitano, eccezionale cineasta e instancabile promotore dei circoli del cinema FICC. Due i titoli scelti per questo omaggio: 1904, N. 36 racconta attraverso immagini drammatiche la vita (meglio: la “non” vita) all'interno di un ospedale psichiatrico del 1967. La legge che regola l'organizzazione degli ospedali psichiatrici è ancora la numero 36 del 1904. L'altro film è Funerali verdi (1971), documentario di denuncia contro gli sprechi legati al mercato ortofrutticolo le cui spietate logiche di profitto impongono la distruzione di enormi quantità di prodotto per mantenere alti i prezzi.
Accanto a questi grandi, una selezione del meglio della produzione italiana dell'ultima stagione: dal viaggio in Italia, alla ricerca dei buoni motivi per amarla o lasciarla, compiuto da Gustav Hofer e Luca Ragazzi in Italy: Love It or Leave It, al viaggio a Teora, un piccolo paese dell'Irpinia colpito dal terremoto dell'80, intrapreso da Franco Arminio; dal campo di calcio abbandonato de L'altra città, che a Lecce ospita un torneo antirazzista che diventa un vero laboratorio sociale (come raccontano Cristian Sabatelli e Pippo Cariglia) a My Marlboro City di Valentina Pedicini, che attraverso 4 storie e altrettante generazioni ci fa scoprire cosa è rimasto della Brindisi che fu capitale del contrabbando di sigarette. E ancora: Unfinished Italy di Benoit Felici, che con amara ironia punta gli occhi sull'incompiuto, lo stile architettonico più praticato nel Belpaese dal dopoguerra ad oggi; Ferrhotel di Mariangela Barbanente, microcosmo somalo in un piccolo albergo dismesso a due passi dalla stazione di Bari; Ritals - Domani me ne vado di Sophie e Annalise Chiarello, curiosamente vicino al cinema di Seiler nel raccontare l'emigrazione di Maria e Vincenzo negli anni '50 dal Basso Salento in Francia (e ritorno, all'insegna di un nuovo spaesamento).
Poi due incontri e un seminario animeranno questa edizione: "Crisi /Amori / Follie: Raccontare storie di migranti", con Alexander J. Seiler, Mariangela Barbanente, Valentina Pedicini, Christian Sabatelli, Pippo Cariglia, Sophie e Annalisa Chiarello; "Raccontare il territorio", con Franco Arminio, Giuseppe Cristaldi, Benoit Felici, Cecilia Mangini, Alessia Rollo, Maira Marzioni, Valentina Pedicini, Mauro Marino, Stefano Cristante, Luigi Russo; e il seminario "Raccontare eventi collettivi", che fa il punto su cosa vuol dire essere testimoni di momenti di partecipazione che - in piccolo o in grande, in positivo o in negativo - sono destinati a entrare nella memoria collettiva: tra i partecipanti, il direttore artistico della Festa Paolo Pisanelli (che in Ju tarramutu ha filmato la rivolta delle carriole de L'Aquila); Stefano Savona, che con Tahrir. Liberation Square (Premio David di Donatello 2012, in programma al festival) ha offerto all'Occidente un eccezionale documento in presa diretta sulle proteste che infiammarono Il Cairo durante la primavera (araba) dello scorso anno; e Daniele Vicari, che in Diaz (anche questo in programma) ha ricostruito - tra fiction e materiali d'archivio - i fatti del G8 di Genova.
La Festa di cinema del reale vuole illuminare quest'anno il ponte linguistico e culturale che congiunge l'Italia e la Grecia: per farlo ha scelto Encardia - La pietra che danza, il film di Angelos Kovotsos che - attraverso l'omonimo gruppo musicale, che si ispira alle forme musicali e alle canzoni della ricca tradizione del nostro sud - va alla ricerca delle tracce di questo inscindibile legame. Una su tutte, il Griko, antico idioma ellenico ancora oggi parlato in alcune zone della Calabria e della Grecia salentina. Prima della proiezione, la musica degli Encardia dal vivo.
Tra gli eventi speciali della Festa, anche Formato ridotto, il film collettivo che segna l'incontro tra Home Movies e gli scrittori Enrico Brizzi, Ermanno Cavazzoni, Emidio Clementi, Ugo Cornia e Wu Ming 2, che hanno elaborato dei testi originali trovando nelle immagini dell'Archivio Nazionale del Film di Famiglia l'occasione di sperimentare nuove tecniche narrative. Grazie ad approcci molto diversi tra loro, in un'opera unica convergono cinque episodi dagli esiti sorprendenti, singoli episodi di breve durata, di volta in volta trasfigurati in saggio, racconto, cronaca, divagazione. Forme del cinema documentario accomunate da una matrice comune: il variegato universo emiliano-romagnolo.
Non solo cinema, alla Festa di Cinema del reale, ma anche una festa di sguardi con allestimenti, performance, workshop fotografici, videoinstallazioni, a cura di Big Sur Lab, che si dipanano nelle sale e sul terrazzo del Castello Risolo, in Piazza del Popolo e tra i vicoli di Specchia.