Guarda alla commedia brillante americana il nuovo film di Luca Lucini, La donna della mia vita, che uscirà venerdì in 250 copie distribuite da Universal (che l'ha prodotto con Cattleya): "Ho pensato a Scandalo a Filadelfia - dice il regista milanese - e alla capacità di Cukor di mettere in scena una storia dal copione perfetto facendo sparire la macchina da presa". Da un soggetto di Cristina Comencini sceneggiato da Giulia Calenda e Teresa Ciabatti, lo spunto de La donna della mia vita è quello del classico menage a trois - due uomini si contendono la stessa amante - inserito però all'interno del tradizionale cote familiare (e borghese) italiano: i due antagonisti sono fratelli - uno, Giorgio (Alessandro Gassman), è sposato e mascalzone, l'altro, Leonardo (Luca Argentero), è scapolo e introverso - che, non fosse stato per il ruolo da paciere della loro amorevole madre Alba (Stefania Sandrelli), più volte sarebbero venuti alle mani a causa della loro diversità. Tuttavia il fidanzamento di Leonardo con Sara (Valentina Lodovini), una ragazza che era stata l'amante qualche tempo prima di Giorgio, rischia di mettere seriamente a repentaglio l'armonia familiare, già scossa dalla separazione di Alba dal marito Sandro (Giorgio Colangeli), colpevole di averla tradita con la sua segretaria.
Insomma corna, controcorna, bugie e metamorfosi. Non è la vita ridotta a farsa, ma sciaguratamente il contrario: "In fondo - dice Lucini - la storia tocca un problema di estrema attualità, quello dell'identità". E, rincara la dose la Lodovini, "se dovessi indicare una morale nel film, farei propria quella enunciata dal chirurgo plastico quando dice che la cosa veramente importante è svegliarsi la mattina e riconoscersi". Argentero invece, pur non negando che i disastri sentimentali descritti siano lo specchio di una tendenza, afferma "che i dati statistici sui divorzi prescindono dal fattore soggettivo: io la donna della mia vita l'ho trovata e sposata (Miriam Catania, ndr). E la fede, per me che sono cattolico, non è solo un anello ma un simbolo importantissimo di unione. Devi avere la fortuna di stare con una persona che la pensa come te". Più caustico Gassman: "Provengo da una famiglia che crede notoriamente al matrimonio. E ci crede talmente tanto che si sposa più volte". I rapporti invece tra i componenti del cast sono stati idilliaci: "Come stare in famiglia", riassume per tutti la Sandrelli che, sul fatto di lavorare con il figlio di Vittorio, suo partner in tantissimi film del passato, afferma: "Non mi fa rimpiangere il padre. Alessandro, che conosco da quando era piccolo, è molto diverso e potrebbe persino essere più bravo di Vittorio. Gli voglio molto bene". E Gassman Jr. emozionato commenta: "Lei è stata amante e moglie di mio padre molte volte. Quindi, in un certo senso, è come se fossi un po' figlio suo". E sul padre Vittorio aggiunge: "E' stato tra i primi a prevedere la crisi del cinema. La sua generazione sapeva quale importanza poteva avere nell'economia di uno stato l'industria dello spettacolo. Oggi questa sensibilità si è persa, e il nostro comparto viene visto come parassitario e pieno di privilegi". Una dichiarazione che fa pendant con quanto dice il direttore generale Universal Richard Borg: "E' impensabile che in un momento in cui il cinema italiano va alla grandissima, superando il 30 per cento di quote di mercato, ci sia qualcuno che tenta di affossarlo". La protesta continua dunque, e il "22 novembre faremo una grande manifestazione - annuncia Marco Chimenz, uno dei produttori - prendendo spunto da quello che Angelo Barbagallo ha detto ieri sera ad Anno zero: i provvedimenti sul tax credit che non sono mai stati attuati, affossando progetti già in cantiere".