“Ha un'anima poetica e delicata, anche se è comico e ha un contenuto folle, insomma un inno alla positività: si parla di paternità e di nascita e soprattutto in questo momento di crisi ne abbiamo tutti bisogno”. Paolo Ruffini descrive così Tutto molto bello, seconda esperienza dietro la macchina da presa. La pellicola targata Medusa, al cinema dal 9 ottobre, segna il ritorno al suo fianco del comico Frank Matano, già presente in Fuga di cervelli e annovera nel cast Gianluca Fubelli (Scintilla), Nina Senicar, Chiara Francini e Paolo Calabresi.
“L'anno scorso – spiega l'attore/regista/sceneggiatore toscano – si faceva tutti gli scemi, la pellicola era politicamente scorretta, sopra le righe, puro divertissement. Qui, invece, no: il film è buono, divertente, ma con una vena romantica di cui non mi vergogno affatto. Era da anni nel cassetto di Colorado e ora ha preso vita: il mio personaggio, Giuseppe, è un agente delle entrate, ligio al dovere, onesto e puntuale, ma un po' infelice, che si sfoga sui social con tweet avvelenati. Durante la finale dei Mondiali di calcio l'Italia sta per iniziare la partita quando sua moglie (Chiara Francini) sta per partorire. In ospedale incontra Frank Matano, un altro futuro genitore, che lo convince ad uscire. Allora succede di tutto, compreso l'incontro con un rocker fallito (Gianluca Fubelli) che tiene un concerto nel suo locale deserto”.
Il cambio di rotta, spiega Ruffini, “mescola il road movie con la commedia americana pur miscelandola alla nostra realtà. I protagonisti non sono macchiette, ma persone che potresti incontrare sul pianerottolo. Mi sembra una comicità di situazione, in stile A qualcuno piace caldo, incentrata totalmente sui personaggi, a tratti demenziale ma pulita”.
Una delle sequenze più surreali vede la partecipazione amichevole di Pupo: “Si è messo in gioco – continua il comico – non canta ma interpreta se stesso. Lo si incontra in una bisca clandestina dove il rocker, suo grande fan che si è tatuato la sua faccia sull'avambraccio, finisce per caso”.
La strana coppia formata con Frank Matano è fonte di equivoci, situazioni grottesche e piacevoli sorprese: “So che mettere insieme un toscano e un napoletano può far venire in mente Non ci resta che piangere – precisa Ruffini – ma sono inarrivabili. Noi cerchiamo soggetti più vicini a noi”.
Nessun imbarazzo, poi, a rievocare la conduzione dell'ultima edizione dei David di Donatello per cui è stato criticato da colleghi e pubblico: “La mia vita dopo i premi è migliorata – ammette – e questo film è la risposta a qualsiasi attacco. Se non offendi e non fai del male a nessuno allora va bene. Credo che ci si lamenti troppo, forse perché è la via più comoda e facile e i social diventano cloaca di infelicità dove si condividono solo le brutture. Da piccolo guardavo Un maggiolino tutto matto ed ero davvero convinto che le cose sarebbero andate per il meglio, ecco cosa può fare per te questa pellicola: regalarti due ore di gioia”.