È stato presentato il “Rapporto Giovani” a cura di Fondazione Ente dello Spettacolo e Istituto Toniolo, con il sostegno della DG Cinema e la collaborazione dell’ANEC, dopo le anticipazioni fornite durante la Mostra di Venezia. Alla presentazione hanno partecipato, tra gli altri, il Presidente della Fondazione EdS, don Davide Milani, il Presidente ANEC Luigi Cuciniello, Bruno Zambardino per la Direzione Generale Cinema e la prof.ssa Rita Bichi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.L’indagine è stata svolta su 1600 giovani nati dal 1982 al 1994 con riferimento al consumo di film e cinema: modalità di consumo, frequenza, preferenze ma anche consumo di film sugli altri mezzi e processo decisionale. L’indagine evidenzia il forte gradimento dei giovani per i film americani (61,5%) e il dato di gradimento dei film italiani: 33,6%. Tra i generi, la commedia attira il 25,7% del campione intervistato, thriller/suspence il 18,2%, l’avventura l’11,9%. Il 68,3% dei giovani intervistati ha dichiarato che andrebbe di più al cinema se il prezzo fosse più accessibile; sono abbastanza-molto d’accordo (rispondendo a una specifica domanda) che “in futuro andare al cinema sarà un fenomeno diffuso, ma centrato su grandi produzioni spettacolari e un sistema di grandi sale ipertecnologiche”.

Nel suo intervento, Cuciniello ha evidenziato il buon momento per il mercato sala, caratterizzato da uscite di forte richiamo e dagli sforzi promozionali in particolare con CinemaDays: oltre all’aumentata propensione al consumo ha pagato l’attenzione mostrata verso il pubblico giovane e più sensibile a politiche mirate di prezzo, da rinnovare in futuro. Cuciniello ha inoltre sottolineato come il prezzo medio nel 2014 sia stato pari a 6,02 euro, con una diminuzione dell’1,1% rispetto al 2013 e del 3% rispetto al 2012. Quello italiano è uno dei prezzi più bassi in Europa, anche considerando che nel 2000 il biglietto costava circa 13 mila lire. Vanno poi affrontati con decisione argomenti decisivi per il buon andamento del mercato, come una stagione estiva allineata all’Europa e una razionalizzazione delle uscite nel corso dell’anno.

Con un giorno di anticipo rispetto al convegno, il Corriere della Sera aveva pubblicato un articolo a firma di Valerio Cappelli che anticipava i contenuti dell’indagine con interpretazioni piuttosto drastiche sulla mancanza di futuro per l’esercizio, riportando anche considerazioni dal mondo della produzione. A tale proposito, il Presidente ANEC osserva che il pubblico sempre più spesso, come riportano le cronache, è pronto a difendere i cinema di fronte al rischio di chiusura, e che la produzione italiana non è stata in grado di intercettare i gusti dei più giovani (alla preferenza del 34% circa per il prodotto nazionale consegue una quota di mercato sotto il 18%): un problema che si ripercuote sulle sale ma che può riguardare anche altre piattaforme, e sul quale è indispensabile trovare con la produzione e gli autori nuove strade. Strade che non possono prescindere dalla centralità della sala cinematografica come motore dell’intera industria audiovisiva: occorre stimolare con risorse adeguate, di natura sia economica che fiscale, la ripresa degli investimenti per il rinnovo e la trasformazione delle strutture attuando inoltre una revisione della fiscalità di settore, ai limiti dell’insostenibilità, e dei regolamenti attuativi.

Antonio Urrata, direttore della Fondazione Ente dello Spettacolo, ha commentato: “Al di là delle semplificazioni giornalistiche, la Fondazione condivide con l’ANEC il principio della centralità della sala: scopo della ricerca è l’individuazione di nuovi modelli e linee di sviluppo per corrispondere alle esigenze del pubblico giovane”.