"Mi è piaciuto soprattutto perché non è mai volgare: è questo il complimento più bello che ci poteva fare Stefano Benni". Così il regista Massimo Martelli risponde a chi gli chiede come lo scrittore abbia giudicato Bar Sport, trasposizione del suo omonimo romanzo datato 1976, in sala dal 21 ottobre con 300 copie distribuito da 01.
"Ho inseguito Benni per molto tempo - racconta ancora Martelli (che torna alla regia per il cinema a nove anni da Il segreto del successo) -, è stato difficile convincerlo, aveva rifiutato più volte in passato che il Bar Sport diventasse un film. Poi, anche grazie al produttore Giannandrea Pecorelli, a Rai Cinema e agli attori che avrebbero preso parte al cast, si è lasciato andare: durante la lavorazione c'è stato un rapporto continuo, ha letto le varie stesure e ha anche collaborato in parte ai dialoghi, ma non è mai stato un rapporto invasivo da parte di Benni".
A presentare il film, oggi a Roma, anche l'intero cast (dal "tennico" Claudio Bisio al barista Giuseppe Battiston, dal Muzzi di Antonio Catania al Cocosecco di Bob Messini, dalla cassiera Aura Rolenzetti alle "vecchiette" Lunetta Savino e Angela Finocchiaro) e l'immancabile Luisona, "la decana delle paste, in bacheca dal 1959": "I Bar Sport magari nelle grandi città non esistono più, ma nei paesini e nelle province ci sono ancora - dice Claudio Bisio, che nel film è il "tennico", il tuttologo -. Soprattutto, è ancora pieno di gente come il mio personaggio, che parla di tutto fingendo di sapere ogni cosa...". Un film corale, una commedia che lo stesso Bisio definisce "modello unico nel panorama attuale, quasi un'opera di ricerca, che mantiene ovviamente le atmosfere vintage del romanzo e che si arricchisce di un paio di inserti d'animazione". Curati da Giuseppe Maurizio Laganà per raccontare le peripezie dei due "campioni" immaginari, Piva e Pozzi: "La storia di questi due fantomatici campioni che Benni racconta nel romanzo è talmente paradossale che ci ha aiutato non poco a lasciar correre la fantasia", dice Laganà. Altro espediente narrativo - quello degli inserti animati - attraverso il quale la produzione del film ha cercato di restituire quello che Pecorelli definisce "il mondo fantastico di Benni, che sullo schermo si è cercato di raccontare seguendo il sentiero dell'immaginario, non tanto misurando il numero delle risate che avrebbe suscitato". Un'operazione che qualora dovesse trovare i favori del pubblico, Claudio Bisio ha già promesso tenterà di replicare con Daniel Pennac, scrittore più volte portato in scena (a teatro) dall'attore piemontese: "E' un sogno che accarezzo da dieci anni - dice Bisio - e in teoria avrei anche già i diritti. Ma sarebbe difficilissimo: dovesse andare bene Bar Sport, però, ricomincerò a bussare alle porte delle varie produzioni, iniziando da Rai Cinema".