Il cinema vuole entrare in carcere: sono circa un centinaio, infatti, i film che si sono iscritti per la selezione di Cinevasioni, primo festival del cinema in carcere, in programma dal 9 al 14 maggio all’interno della casa circondariale della Dozza di Bologna. Non un festival sul carcere, ma un festival in carcere.

Realizzato da D.E-R Associazione Documentaristi Emilia – Romagna in collaborazione con la Direzione della Casa Circondariale Dozza di Bologna e con il contributo dellaFondazione del Monte di Bologna e Ravenna e il patrocinio dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna, Cinevasioni è organizzato con il sostegno di  Rai Cinema. Una collaborazione importante che ha l’obiettivo di dare più visibilità a un festival unico nel suo genere e nella sua collocazione e di portare in proiezione, durante ma anche dopo  il festival, opere importanti e di qualità.

La Direzione del Festival è ora al lavoro per scegliere una dozzina di lungometraggi, a tema libero, di qualsiasi nazionalità, sia di finzione sia di genere documentario, la cui prima proiezione pubblica (sala o festival) sia avvenuta a partire dal 2015. Il programma ufficiale sarà presentato il 4 maggio alle 11.30 alla Casa del cinema di Roma.

I criteri di selezione terranno conto della rappresentatività dei diversi generi e della disponibilità alla presentazione e alla discussione con il pubblico di detenuti e studenti, degli autori e di altre figure appartenenti al mondo della produzione cinematografica. Non ci sarà posto per tutti nei sei giorni del festival ma il “Cinema Dozza” di Bologna resterà aperto anche nei mesi successivi e alcuni dei film non selezionati saranno proiettati nelle rassegne che la direzione di Cinevasioni organizzerà insieme alla direzione del carcere.

Nei prossimi giorni si apriranno le iscrizioni per la partecipazione al festival del pubblico rivolte in particolare agli istituiti superiori e all'università. Le modalità saranno rese note a breve nel sito internet del festival e nella pagina Facebook (di seguito tutti i riferimenti).

La giuria di Cinevasioni, formata dai partecipanti al corso laboratorio CiakinCarcere e presieduta da una figura di spicco del cinema italiano, assegnerà al film vincitore la Farfalla di Ferro. Il disegno è opera del pittore Mirko Finessi ed è stata costruita dalla F.I.D. - Fare Impresa in Dozza, l'officina metalmeccanica all’interno del carcere, nella quale lavorano insieme detenuti e lavoratori metalmeccanici in pensione. La premiazione è prevista sabato 14 maggio, ultimo giorno del Festival Cinevasioni, e sarà preceduta da un evento speciale fuori concorso.

Cinevasioni è lo sviluppo culturale e didattico di CiakinCarcere il percorso formativo che la D.E-R sta tenendo all’interno della Dozza dalla metà del mese di ottobre 2015 con un gruppo di venti detenuti.

L’obiettivo di entrambe le iniziative – CiakinCarcere e Cinevasioni - è di portare il linguaggio e la cultura cinematografica all’interno della realtà carceraria e aprire il carcere ad autori e studiosi del cinema.

I partecipanti al corso laboratorio CiakinCarcere, oltre ad aver già realizzato il manifesto del festival, dovranno anche realizzarne lo spot e la sigla, come sintesi finale del percorso formativo.

CiakinCarcere, in corso fino alla fine di aprile, è organizzato da D.E-R Associazione Documentaristi Emilia-Romagna in collaborazione con la casa circondariale della Dozza di Bologna e si struttura in due moduli: una prima parte, già conclusa, intesa a fornire le conoscenze di base dell’analisi del film in rapporto anche al contesto storico del cinema, privilegiando un punto di vista più strettamente tecnico (inquadratura, montaggio, sceneggiatura, fotografia); una seconda parte, dal taglio più laboratoriale, che vedrà invece i detenuti alle prese con la realizzazione del video-spot scritto, diretto e girato all’interno della Casa Circondariale della Dozza e l’organizzazione del Festival Cinevasioni.

Il progetto CiakinCarcere che ha coinvolto come docenti alcuni dei migliori professionisti del settore, ha visto, fino ad oggi, una partecipazione e un interesse da parte dei detenuti superiori ad ogni aspettativa, consentendo di porre le basi per la costruzione di un’opportunità non solo formativa ma anche intesa come mezzo per ricominciare a immaginare un percorso nuovo, fuori dal carcere.