Scrive, dirige, monta e fa la color dei suoi film. È Philip Groening, classe 1959, il protagonista della retrospettiva organizzata da Blue Desk in collaborazione con la Fondazione Cinema per Roma, il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, Goethe Institut e la Casa del Cinema. La rassegna si inserisce nel CityFest e si svolge dal 27 al 29 novembre 2015 presso il Cinema Trevi. Tre giorni di proiezioni e incontri per celebrare il lavoro del regista tedesco, vincitore del Premio Speciale della Giuria alla 70. Mostra Internazionale d’Arte cinematografica della Biennale di Venezia con La moglie del poliziotto.

Philip Groening, accolto a Roma da Mario Sesti (responsabile dei progetti speciali di CityFest) e Giorgio Gosetti (Direttore della Casa del Cinema di Roma), è uno tra i più interessanti cineasti contemporanei. La retrospettiva di questi giorni è completa di tutti i sui film e prevede una serie di incontri con il regista.

Il grande silenzio, documentario del 2005, è il suo titolo più famoso. “Il film più estremo, se non altro come riprese. Da quello che si può leggere hai cercato per dieci anni il permesso necessario per farlo. Questo qualifica la tua determinazione”, commenta Mario Sesti. I film di Philip Groening sono straordinariamente ricchi di immagini. Tante, forse troppo, da bastare anche per più titoli. Immagini che possono essere guardate in modo diverso e danno maggiore spessore al racconto stesso. “Credo che bisogna andare contro la convenzione, verso una forma nuova di cinema che coinvolga gli spettatori e che non necessariamente spieghi il perché di quell’immagine”, aggiunge il regista.

Chiede Giorgio Gosetti: “Fai parte di una comunità cinematografica che negli ultimi anni si è dissolta in tanti “isolati”, come se ognuno andasse per la propria strada senza un’idea precisa di cinema. Tu lavori da isolato?”. E Groening spiazza con la sua risposta: “L’artista non è una persona così importante. La cosa più importante è il tema che poi è quello che il film racconta. Non è importante avere uno stile proprio, ma il mondo che uno vuole raccontare”.

Curiosità: Philip Groening non conosce molto bene il cinema italiano ma essendo stato lo scorso anno in giuria alla Mostra del Cinema di Venezia dice di aver molto amato Hungry Hearts, diretto da Saverio Costanzo e con protagonisti Alba Rohrwacher e Adam Driver, entrambi premiati con la Coppa Volpi.

La retrospettiva a lui dedicata prevede tre giorni intensi di cinema. Ad aprire la rassegna, il 27 novembre 2015, è la proiezione di Sommer (1986), il film di debutto di Groening che racconta il rapporto tra un padre e un figlio autistico, in bianco e nero. Tre giorni dedicati al miglior cinema contemporaneo tedesco. Poi sarà la volta, in ordine di programmazione, di Opfer.Zeugen (Vittime.Testimoni, 1993), Stachoviak (1988), Die frau des polizisten (La moglie del poliziotto, 2013), L'amour, l'argent, l'amour (2001), Die Terroristen (I terroristi, 1992) e Die grosse stille (Il grande silenzio, 2005). La rassegna su Philip Groening è a ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

Aggiunge Gosetti: “Hai paura del terrorismo?”. Conclude Groening: “No, io no”.