Con la scomparsa di Ermanno Olmi, la cultura italiana resta orfana di un pensiero autorevole e di un grande maestro del cinema. Intellettuale di spicco, mai superficiale e sempre attento anche ai più piccoli aspetti della quotidianità, ha raccontato la vita e il nostro Paese con grande umanità e affetto. Il rapporto indissolubile tra uomo e artista, tra etica ed estetica, traspare in modo concreto nella sua straordinaria produzione artistica, fatta non solo di  film e documentari.

Lo ricordiamo anche come sceneggiatore, scrittore, produttore e scenografo. I valori dell’uomo e il vissuto del cineasta si fondono nelle suo opere, con un connubio raro, se non unico, che si può trovare forse solo nei lavori di Roberto Rossellini e di Robert Bresson. Al centro di ogni suo capolavoro: l’essere umano.

 

Come Fondazione avevamo già in cantiere quest’anno una pubblicazione sul maestro - Olmi, La liturgia dello sguardo di Silvio Grasselli -. Alla luce degli ultimi dolorosi eventi, sarà il nostro personale commiato, con grazie, a un gigante vero del cinema italiano.