“Sono appassionato di film di vampiri, non di cinema muto”, così l’artista Andrea Mastrovito parla del suo primo lungometraggio intitolato NYsferatu- Symphony of a Century che si ispira al celebre film muto Nosferatu diretto da Friedrich Wilhelm Muranu nel lontano 1922.

“Ho scelto Nosferatu come riferimento perché a livello tematico rappresenta la storia dei nostri giorni: qualcuno che viene da fuori e porta una minaccia all’interno delle nostre vite. Sviluppa la paura dell’altro, del diverso e dello straniero. Ha a che fare con l’idea del terrorismo che è nata a New York nel 2001”, spiega il bergamasco Mastrovito che vive e lavora nella grande mela da qualche anno come videoartista.

Il film, presentato come evento speciale alla Festa del cinema di Roma, si propone come una metafora dei nostri tempi. Hutter vive a New York insieme alla moglie Ellen, sereno e dimentico del mondo. Un giorno viene inviato ad Aleppo dal suo capo, lo spietato broker immobiliare Knock, per vendere una proprietà al Conte Orolok (alias Dracula). Giunto in Siria Hutter conoscerà gli orrori della guerra.

Ma chi sono i vampiri di oggi? “Il denaro è il vampiro dei nostri giorni”, risponde il regista, che poi aggiunge: “Il mostro attuale è anche l’impossibilità di poter credere e affidarsi a qualcosa. Il bene e il male cambiano continuamente. Tutto può essere vero e falso. Basta guardare le elezioni americane. Non c’è più il bianco e il nero, ma una sorta di grigio. La realtà che noi viviamo è sfocata”.

Sfocata come la pellicola del film che è stato girato con la tecnica d’animazione del rotoscoping. Sono stati realizzati circa 35.000 disegni con questa tecnica in cui il disegnatore ricalca i fotogrammi di scene reali girate con una telecamera ottenendo come risultato un movimento fluido e vibrante allo stesso tempo che ricorda il “flickering” dei primi anni del cinema muto. “Ho usato il rotoscoping come artista in varie videoinstallazioni- dice Mastrovito- Dovevo disegnare gli sfondi oltre ai personaggi mantenendo l’effetto vibrato. In questo mi ha aiutato Bruno Bozzetto, che mi ha anche fatto notare l’importanza della musica in un film muto”.

Al contempo l’intera sceneggiatura di NYsferatu è stata scritta durante i workshop organizzati da More Art, la società di produzione del film, con diverse comunità di migranti provenienti da tutto il mondo che vivono a New York. Anche il regista, al workshop con i migranti, ha domandato loro chi era il vampiro dei nostri giorni. Hanno risposto: “Trump, il padrone di casa, il capo a lavoro, l’assicurazione sanitaria, le tasse e le famiglie di origine che gli chiedevano soldi di continuo”.

Il film ci mostra la metropoli di New York con i suoi enormi grattacieli e l’ombra del vampiro che si aggira per la città. Ma come è viverci? Le piace? “New York è famosa perché il suo skyline cambia di continuo. Si pensi alla questione delle statue che in America vengono buttate giù perché non gli vanno più bene. Si cerca di eliminare le radici per creare un mondo nuovo e si distrugge il passato. New York la odio e la amo allo stesso tempo. La odio perché quando stai lì non fai altro che pensare al denaro e all’affitto da pagare. La amo perché lì hai infinite possibilità”, risponde Mastrovito che per NYsferatu ha fatto più riferimento al mondo dell’arte che ad altri film: “Tra i miei richiami ci sono stati: The refusal of time di William Kentridge, The clock di Christian Marclay e Grosse Fatigue di Camille Henrot”.