(Cinematografo.it/Adnkronos) - "Non ho mai inteso il film come una storia di fantasia ma una vicenda ambientata dopo l'11 settembre". Steven Spielberg, al Lido con Tom Hanks per presentare The Terminal, film di apertura della Mostra del Cinema rifiuta l'etichetta di "favola degli anni '30" per il suo ultimo lavoro. Il film racconta la storia di un profugo dell'Est che spovvisto di un documento valido rimane bloccato all'aeroporto di New York. "I terminal degli aeroporti sono i microcosmi della società occidentale - spiega il regista -. Sono dei posti in cui ci sono commistioni di razze e di linguaggi, e ci si trova bloccati con persone di esperienze diverse. La storia è profondamente ambientata nei nostri giorni perché riflette l'ossessione per la sicurezza che c'è negli Stati Uniti dopo l'11 settembre. Il protagonista deve affrontare l'ostilità di un burocrate che non e' cattivo ma vuole proteggere il suo paese". "Il terminal - prosegue Spielberg - ". Ad accompagnare Spielberg alla Mostra c'è anche il protagonista Tom Hanks. "Fin dal primo momento - spiega l'attore - la storia di questo uomo che si trova ingabbiato in un terminal mi ha incuriosito. Ho cercato di dare il mio contributo allo sviluppo emotivo del personaggio, soprattutto quando scopre, attraverso gli schermi dei televisori che sono collocati nel terminal, la rivolta che c'è stata nel suo Paese e che gli impedisce di avere i documenti validi per entrare negli Stati Uniti. Il mio compito era dare veridicità al personaggio".