“Gli americani non hanno compreso il significato delle informazioni rivelate da Snowden nel 2013: sono preoccupati solo dal loro iPhone e dai propri segreti, ma la questione è molto più imponente, non si tratta solo di Pokemon, cataloghi, acquisti su Google e eBay”. Parola di Oliver Stone, che porta all’11esima Festa di Roma Snowden, dal 1° dicembre anche nelle nostre sale con Bim, il thriller biografico e politico che ha dedicato all’eroe, patriota, dissidente, attivista, whistleblower e, per alcuni, traditore Edward J. Snowden, gola profonda dell’NSA.

“E’ interessante esplorare cosa ha fatto, la maggior parte delle persone e della stampa non ne ha colto significato: questo film vuole farlo”, prosegue Stone, sottolineando come “nel 2013 Snowden non fosse simpatico agli americani: chiunque rivela segreti governativi e militari è considerato un cattivo. Snowden lo confondono con Assange e Manning, la gente non sa esattamente chi sia”.

“Abbiamo avuto qualche problema per realizzare questo film, le grandi società americane non l’hanno finanziato: siamo ricorsi a Francia e Germania”, prosegue Stone, invitando la gente a “fare attenzione all’uso del telefonino e a utilizzare i sistemi di crittografia per comunicare, perché siamo tutti tutti schedati: la crittografia è uno dei buoni risultati dell’affare Snowden, ricordate che molte società Internet erano complici del governo”.

Se “Obama ha fatto molto poco, non ha portato avanti la riforma, anche perché l’NSA era molto potente”, sulle prossime elezioni presidenziali Stone afferma: “Voi europei siete sconcertati da Trump, che non ce la può fare, ma l’alternativa è la Clinton, che rappresenta il sistema Usa  e la mentalità americana, del ‘o con noi o contro di noi’. Con lei al comando la situazione sarà più dura, ostile e militarista rispetto a Obama”.

Il regista lo definisce un “film kafkiano, Edward faceva parte di un sistema così potente, capace di tale ottundimento, che fare le cose fuorilegge diveniva naturale, e inconsapevole. La sua epilessia era una morte interiore, una malattia spirituale che emerge”.

Ma per quale motivo Snowden ha rivelato le informazioni sulla NSA? “Era favorevole alla sorveglianza dei terroristi, mirata, sui sospetti, sospetto, ma perché sorveglianza di massa? L’NSA pretendeva di individuarvi un segnale spurio, la telefonata incriminata, ma non funziona così: tutti i casi di terrorismo sono stati risolti perché le persone già note, vedi Parigi, Orlando, Boston”.

Sul fronte geopolitico, “gli Usa oggi sono per il cambiamento di regime: Iraq, Siria, Brasile, Venezuela, Libia, Ucraina. Una tecnica usata più volte, e Snowden ci esorta a fare attenzione”, sottolinea Stone, e pone l’accento sulla “cyberguerra, sperimentata per la prima volta dagli Usa nel 2007 per far esplodere con dei malware le centrifughe del programma nucleare iraniano”. “Ma oggi - conclude il regista americano – queste cyberguerre si fanno anche contro i paesi alleati: le guerre moderne si combattono con il cambio di regime. Non seguite solo le agenzie occidentali, che fanno propaganda”.