“Un prete terreno, che si sporca le mani, che ha la fortuna di una fede certa che io non ho nella vita. E’ un prete, è un uomo, che mi piace. Vorrei che ci fossero più sacerdoti così, perché la miglior predica è fare qualcosa per gli altri”. Così Alessandro Gassmann, che interpreta il sacerdote Pietro Pellegrini (esplicito omaggio al personaggio di Aldo Fabrizi in Roma città aperta voluto dal regista) in Se Dio vuole, esordio alla regia dello sceneggiatore Edoardo Falcone, dal 9 aprile nelle nostre sale con 01 Distribution.

E’ questo prete a cambiare la vita di Tommaso (Marco Giallini), stimato ma asettico cardiochirurgo con una moglie sfiorita (Laura Morante), una figlia svanita (Ilaria Spada) e un figlio (Enrico Oetiker) che crede gay e invece vuole entrare in seminario… “Un uomo di molta scienza e poca coscienza”, lo definisce Giallini, sottolineando quanto sia “razionale, attaccato a quel che succede, perché come dice ‘i miracoli non esistono, sono stato bravo’”. Se la Morante interpreta una “donna dall’infelicità latente e semicosciente” e la Spada “una ragazza superficiale, ma positiva, in cerca di se stessa e curiosa”, Giallini sottolinea che “se avessi un figlio prete non sarebbe un dramma”, mentre Gassmann rileva come “figlio gay o figlio prete andrebbero bene entrambi, ma spiace che nella società italiana un ragazzo o una ragazza gay debbano affrontare più difficoltà degli eterosessuali, e spero che il dibattito sulle unioni civili si concretizzi presto”.

Infine, Falcone ironizza sulla contrapposizione tra cantautori quali De Andrè, De Gregori e Guccini, amati ad Tommaso, e Gigi D’Alessio (in colonna sonora il pezzo Comme si fragile), preferito dalla figlia: “Bisogna accettare il diverso, anche chi ascolta Gigi D’Alessio…”.