"Due napoletanità a confronto: quella borghese di via dei Mille con quella popolare dei quartieri, due mondi apparentemente lontani che in realtà convivono forzatamente. L'idea di partenza era questa, incentrata su un poliziotto svogliato, benestante, di estrazione borghese e diplomato al conservatorio, che per una serie di motivi è costretto ad infiltrarsi nella Napoli dei vicoli e dei cantanti neomelodici". Così Giampaolo Morelli racconta lo spunto che ha dato il la a Song 'è Napule, nuovo film diretto dai Manetti Bros. (che lo hanno scritto insieme al fumettista Michelangelo La Neve) e interpretato dallo stesso Morelli (è il cantante neomelodico Lollo Love), insieme ad Alessandro Roja (il poliziotto Paco Stillo), Paolo Sassanelli (il commissario Cammarota) e Serena Rossi (Marianna, la sorella del cantante).

"L'idea di Giampaolo ci sembrava geniale - dice Marco Manetti - ma prima di trasformarla in film ci abbiamo messo 3-4 anni e, gran parte del merito, se non tutto il merito, va al compianto Luciano Martino che ci ha spronato in ogni modo a portare avanti il progetto". Prodotto appunto dalla Devon Cinematografica, insieme a Rai Cinema, Song 'e Napule arriverà nelle sale il 17 aprile distribuito da Microcinema. Il film segue le gesta di Paco, diplomato in pianoforte al conservatorio che trova impiego in polizia, grazie a una raccomandazione della madre: inetto e inesperto, finisce in un deposito giudiziario, finché non incontra il commissario Cammarota, sulle tracce di un pericoloso camorrista detto O' Fantasma. Paco dovrà infiltrarsi nel gruppo del cantante neomelodico Lollo Love, che si esibirà al matrimonio della figlia di un boss cui dovrebbe partecipare O' Fantasma…

Commistione tra commedia poliziesca e musicale, Song 'e Napule segna l'ennesima incursione nel genere da parte dei Manetti Bros., dopo il fantascientifico L'arrivo di Wang e l'horror Paura 3D: "Il paradosso è che forse in Italia, dove ormai i registi si dividono in quelli che fanno commedie e quelli che fanno film d'autore, siamo rimasti gli unici 'non' di genere, proprio perché ogni volta ne facciamo uno diverso. Ma anche stavolta, come in passato, senza perderci in chissà quale ricerca o scimmiottamento, semplicemente andando avanti in totale libertà", dice ancora Marco Manetti, al quale fa eco il fratello Antonio: "Rispetto ai film precedenti, però, questo è forse più 'popolare', tanto per l'argomento quanto per il modo in cui è stato realizzato".

Spesso derisa o ghettizzata, la canzone neomelodica napoletana riveste un ruolo centrale nel film dei Manetti: "E' vero che quasi sempre con il nostro cinema cerchiamo di sfatare qualche luogo comune o pregiudizio, ma nei confronti della musica neomelodica è accaduto in maniera spontanea - spiega Marco Manetti -. Il fenomeno è incredibile, produce un enorme quantità di denaro ma se ti allontani di qualche chilometro da Napoli nessuno conosce quelle che, lì in città, sono considerate vere e proprie star".