Da oggi, 10 aprile, nelle sale italiane, Gli amori di una bionda (Lásky jedné plavovlásky, Cecoslovacchia/1965), un film di Miloš Forman. Edizione restaurata, versione originale con sottotitoli italiani, Gli amori di una bionda è il nuovo titolo presentato dalla Cineteca di Bologna nell’ambito del progetto Il Cinema Ritrovato. Al cinema, per la distribuzione dei classici restaurati.

2 Oscar per Qualcuno volò sul nido del cuculo e Amadeus, certamente. Ma l’eccezionale carriera di Miloš Forman affonda le radici nella Cecoslovacchia comunista, quando, assieme a un gruppo di altri giovani registi diede vita alla Nouvelle Vague praghese, la Nová Vlna.

E proprio il film che rivelò nel 1965 il talento di Miloš Forman, Gli amori di una bionda, arriva al cinema da lunedì 10 aprile, grazie al progetto della Cineteca di Bologna per la distribuzione dei classici restaurati, Il Cinema Ritrovato. Al cinema.

“Gli amori di una bionda – ricorda il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli – è un impareggiabile documento sulla Cecoslovacchia subito prima delle rivolte di meta anni Sessanta, della breve stagione delle riforme, e dei carri armati sovietici: tutto sembra stagnare in un’atmosfera allarmata, in trasparenza sembra d’intravedere tutto quel che poi accadrà. Ma su questo sfondo carico di Storia, Forman racconta la storia di un’educazione sentimentale, in senso molto fisico, e lo fa con grazia incantevole, che davvero faceva presagire un’imminente Primavera”.

“Un film dolce-amaro spiritoso e intelligente, che esplora con sentita partecipazione il mondo della nuova generazione, i suoi sogni, le sue illusioni, il suo passaggio all’età adulta, spesso brusco e spiacevole”. Così lo recensiva Enzo Natta alla sua uscita: “In un piccolo centro industriale della Cecoslovacchia, oltre duemila ragazze lavorano in una fabbrica di scarpe. In quella grigia cittadina di provincia, ammantata di neve e schiacciata da un cielo perennemente plumbeo, le ore di tempo libero trascorrono vuote e noiose. Il rapporto è di sedici donne per ogni uomo, e le ragazze della fabbrica, sia sul lavoro che nel pensionato che le ospita, non fanno che sognare l’arrivo del principe azzurro, come tutte le ventenni del mondo. Preoccupato della loro felicità, ma anche del ritmo della produzione che evidentemente risente dei languori e dei sospiri delle giovani operaie, il vecchio capofabbrica interviene presso le autorità militari perché trasferiscano nella cittadina un contingente militare. Ma la zona non ha importanza strategica e invece di giovani e balde reclute arriva sul posto un distaccamento di riservisti quarantenni con ormai tranquille abitudini borghesi, pancetta prominente e scarsa attitudine a fare le ore piccole nelle sale da ballo”.

Terza opera di Forman dopo Il concorso (1963) e L’asso di picche (1964), Gli amori di una bionda è stato uno dei massimi successi del cinema ceco di tutti i tempi: “Il film fa il giro dei principali festival del mondo, Venezia, Londra, New York, e ottiene la nomination all’Oscar, vinto poi da Un homme, une femme di Lelouch”, scrive Paolo Vecchi. “Moris Ergas, braccio destro di Carlo Ponti, fiuta odore di denaro e ne acquista i diritti per l’Occidente. Ma la durata è ritenuta insufficiente e Forman è pregato di girare una sequenza addizionale, magari con donne nude, in modo da raggiungere i canonici novanta minuti. Il regista, nonostante le accuse di immoralità che gli vengono da parte di alcuni suoi connazionali, si piega soltanto alla prima parte della richiesta”.