"Howard Hughes potrebbe essere paragonato a Icaro che cercò di volare verso il sole e si bruciò le ali". A parlare è Martin Scorsese, a Roma con Leonardo Di Caprio e Cate Blanchett per presentare The Aviator, in uscita nelle sale il 28 gennaio distribuito dalla 01. Il film - interpretato anche da Kate Beckinsale, John C. Reilly, Alec Baldwin, Ian Holm e, in un cameo, Jude Law - ruota intorno alla figura del grande produttore hollywoodiano e alla sua sviscerata passione per gli aerei. "Un personaggio tragico e complesso - lo definisce Di Caprio, che per questa sua interpretazione potrebbe finalmente riuscire nell'impresa di vincere l'Oscar - con il mondo ai suoi piedi e tanti soldi da poter realizzare anche i sogni più estremi". The Aviator racconta gli anni più intensi della vita di Hughes, quelli fra la metà degli anni '20 e i '40, dalla realizzazione del primo kolossal dell'epoca, Angeli dell'inferno, per il quale spese la cifra record di 4 milioni di dollari, all'acquisto della compagnia aerea TWA, dalle relazioni con Katharine Hepburn, prima, e Ava Gardner, poi, alla rivalità con Juan Trippe, proprietario della Pan Am, fino alla costruzione dell'aereo più grande che fosse mai stato realizzato fino ad allora. "Come un sovrano dell'antica Grecia - continua Scorsese - aveva il potere assoluto su tutto e su tutti, ma proprio questo l'ha portato  all'autodistruzione, unitamente alle mille fobie ed ossessioni da cui era affetto e a causa delle quali finì col vivere gli ultimi anni della sua vita da recluso in un albergo di Las Vegas". Ma non era pericoloso, "se non a se stesso - chiarisce Di Caprio - un po' matto, ma senza dubbio affascinante, come lo sono sempre i pionieri e come lo erano in quegli anni a Hollywood quelli che come lui, da Fritz Lang a Griffith, hanno cercato di proporre uno stile diverso e di creare qualcosa di nuovo. Fu lui il primo a realizzare un kolossal, con Scarface portò la violenza al cinema e con Il mio corpo ti scalderà vinse anche la censura. Era inesorabile e non si fermava fino a quando non aveva raggiunto il suo obiettivo". Quanto al suo rapporto con le donne (fu legato alle attrici più belle di Hollywood, oltre alla Hepburn e alla Gardner, anche Bette Davis, Ginger Rogers e Rita Hayworth), "le considerava come aereoplani: era alla costante ricerca del modello più bello, elegante e affusolato". "Erano un chiodo fisso come il cinema e l'aviazione - spiega Scorsese - ma a quest'ultima riservava sempre il primo posto. Mi piace pensare che avesse  veramente voglia di amare, ma il problema è quanto ne fosse capace". La relazione più duratura, circa 20 anni, fu quella con la Gardner (in The Aviator ha il volto della Beckinsale), ma quella più importante fu senz'altro quella con la Hepburn. Emblematica la scena in cui dopo essere stato lasciato dall'attrice per Spenser Tracy, dà fuoco al suo intero guardaroba. "Pensare a un rapporto che potesse durare tra loro due è impossibile, quasi un'impresa ciclopica" dice la Blanchett, di cui colpisce nel film l'incredibile somiglianza con la diva. "Dicevano che era veleno per i botteghini, ma la verità è che ha spezzato e ribaltato il modello di donna proposto all'epoca a Hollywood".