(Cinematografo.it / Adnkroknos) - "Più che trattare la separazione dei Besson come il tema centrale di un dramma sociale o familiare, volevo realizzare un film politico, un film di guerra, forse addirittura un film horror". Parla così Xavier Legrand, il regista francese (esordiente) che ha presentato il suo applaudito Jusqu’à la garde (L'affido) nell'ultima giornata del concorso della Mostra del Cinema di Venezia. Un film - la cui premessa è il divorzio di una coppia e i due genitori che si fronteggiano sull'affido del figlio - che è un crescendo di violenza psicologica e non solo.

"Ogni giorno - ha spiegato il regista - migliaia di persone vivono esattamente la stessa situazione e spesso queste storie si concludono con un femminicidio".

Jusqu'à la garde
Jusqu'à la garde
Jusqu'à la garde

Interpretato da Denis Ménochet, Léa Drucker, Thomas Gioria, Mathilde Auneveux, Saadia Bentaïeb, Sophie Pincemaille, Emilie Incerti-Formentini, il film racconta di Myriam e Antoine Besson che hanno divorziato e di Myriam che cerca di ottenere l’affido esclusivo del figlio Julien per proteggerlo da un padre che ritiene violento (ma contro il quale ha ritirato delle denunce). Antoine perora la propria causa di padre disprezzato e il giudice assegnato al caso decide per l’affido congiunto. Vittima del conflitto sempre più esacerbato tra i suoi genitori, diventa il figlio Julien che si ritroverà da solo e con la madre a fronteggiare situazioni di drammatica violenza.