(Cinematografo.it/Adnkronos) - "Questo film è nato quando con la mia compagna Ottavia Madeddu abbiamo cominciato a pensare di fare un figlio e ce la siamo fatta sotto. Allora abbiamo pensato di esorcizzare con una commedia in cui di fronte al bivio si trovano due ragazzi molto più giovani di noi, tra i 17 e i 18 anni. Al panico si può reagire in due modi: o facendosi attanagliare dalla paura e dal pessimismo o con un po' di leggerezza ed ottimismo". Roan Johnson presenta alla Mostra del Cinema di Venezia Piuma, una commedia che affronta il tema della genitorialità di una coppia di millennials ma anche lo scontro tra tre diverse generazioni di genitori, in cui spesso gli adulti risultano più immaturi dei ragazzi.

Piuma, che arriverà nelle sale il 20 ottobre distribuito da Lucky Red, è il secondo titolo italiano incluso nel concorso principale del festival. Una scelta che ha fatto storcere il naso a parte della critica, che stamattina si è divisa al termine della proiezione stampa tra applausi e risate a scena aperta da un lato e manifestazioni di protesta dall'altro. "Una commedia in concorso - ammette il regista - è un caso più unico che raro e per noi è un grande attestato di fiducia di cui ringraziamo i selezionatori. D'altronde questo è un momento molto buono per il cinema italiano e finalmente si fanno commedie diverse dai cinepanettoni. Credo che questo cambiamento sia stato intercettato dal festival. Quanto alle proteste, dovrei parlare con chi le ha manifestate per capire, ma non vedo perché non dovremmo essere orgogliosi di un genere che ha una parte importantissima nella tradizione del cinema italiano", aggiunge.

Protagonisti del film, prodotto da Sky Cinema e Palomar e distribuito da Lucky Red, sono Ferro e Cate, interpretati da Luigi Fedele e Blu Yoshimi, che scoprono di aspettare un figlio alla soglia della maturità. "È un film su due ragazzi che devono prendersi una responsabilità e decidono di affrontarla a modo loro, con un misto di leggerezza e momenti di caduta e di paura. Ma questa loro decisione impatta chiaramente anche sulle loro famiglie, dove la generazione precedente è in molti casi più immatura di loro. Diciamo che il film ribalta anche lo stereotipo dei teenager fannulloni", dice il regista che per trovare due protagonisti credibili ha fatto più di 1.200 provini. Il film girato in un susseguirsi di piani sequenza "per dare più naturalezza" è stato 'riscritto', soprattutto nei dialoghi, insieme agli attori protagonisti: "Abbiamo chiesto il loro aiuto nelle prove per introdurre una serie di elementi linguistici e comportamentali tipici dei 18enni di oggi", racconta Johnson.

Nell'alternarsi di momenti positivi e ripensamenti, i protagonisti ad un certo punto valutano l'ipotesi di far adottare il nascituro. E questo riporta alla mente un film di grande successo come Juno. Ma il regista non è d'accordo: "Quello era un film sull'adozione. Qui il tema è diventare genitori oggi e così giovani, che è molto diverso da qualche anno fa. Per esempio i protagonisti valutano con grande serietà l'ipotesi che entro una decina di anni probabilmente si lasceranno", sottolinea il regista.

Il film, che vanta la presenza nella colonna sonora di un'artista molto cara ai millennials come Francesca Michielin (con il brano 'Almeno tu' che uscirà come singolo il 23 settembre), arriva a Venezia a pochi giorni dalle polemiche sul fertility day. "Diciamo che tra le varie inadeguatezze di Ferro, una cosa invece ce l'ha molto chiara durante tutto il percorso con Cate: che la scelta è della donna e che lui le starà accanto. A volte non sembra che i nostri politici abbiano le idee altrettanto chiare". Sull'argomento interviene anche Michela Cescon, che nel film è la madre di Ferro, la più adeguata della sua generazione, che cerca di compensare l'atteggiamento del marito andato completamente in crisi di fronte all'ipotesi di paternità del figlio e quello del padre di Cate, che è molto più immaturo della figlia. "Io credo che il problema della scarsa natalità in Italia -dice l'attrice che ha tre figli- sia dovuto al fatto che non ci sono aiuti reali. Forse prima dovrebbero varare una seria politica di aiuti e arginare il problema occupazionale e poi in un secondo momento istituire il fertility day. Sarebbe più coerente", dice.

Il film non si chiude con il vagito del neonato né con i neogenitori che lo tengono in braccio: "È stata una scelta precisa fermarsi un attimo prima, per evitare un finale scontato ma anche per lasciare la storia più aperta", spiega il regista. Per la cronaca Piuma ha ottenuto l'effetto catartico desiderato sul regista, sulla compagna cosceneggiatrice del film e sull'altra coppia di sceneggiatori Davide Lantieri e Carlotta Massimi: entrambe le coppie hanno avuto un figlio durante la gestazione del film. "Veramente io e Ottavia ora aspettiamo anche il secondo", confessa il regista.